Sono trenta i giovani pellegrini della diocesi di Rimini presenti a Roma per il Giubileo dei giovani, giunti portando a termine un cammino lungo quattro giorni, da Orte alla Capitale. A loro si è unito, per l’inizio delle giornate giubilari, un altro gruppo di 28 pellegrini riminesi a cui si aggiungeranno gli ultimi 37 nel fine settimana, per partecipare alla Veglia e alla Messa finale con Papa Leone XIV. In questi giorni di grande impegno, alcuni giovani riminesi hanno voluto dare la propria testimonianza, per sottolineare l’importanza e la ricchezza per un evento di questo tipo. “Sono giornate davvero emozionanti. – le parole di Leonardo, tra i pellegrini che hanno raggiunto Roma a piedi – Questo è il mio secondo pellegrinaggio, la conclusione di un percorso iniziato negli anni scorsi con il tragitto da Rimini a La Verna. Partecipare a questo Giubileo significa tanto: è un’esperienza intensa, che unisce spiritualità, sacrificio e speranza. E l’emozione di poter vedere il nuovo Papa rende tutto ancora più speciale. Tra i pellegrini, inoltre, si è subito creato un forte legame: condividiamo fatica, sorrisi, riflessioni. Non si tratta solo di un cammino fisico, ma di un’esperienza che lascia un segno profondo nell’anima”. “Sono partito molto entusiasta – è la testimonianza di Damiano –. Sono giornate molto positive, ho conosciuto tante persone nuove ma ho anche avuto modo di ritrovare vecchi amici conosciuti in altri pellegrinaggi in passato. Tra i fili conduttori di questa avventura c’è la parola ‘coraggio’, che suscita in tutti noi diverse riflessioni e suggestioni. Coraggio di accettarsi, anche nelle fragilità, e coraggio di lasciarsi stupire, come sta avvenendo in questo Giubileo”. I giovani riminesi sono accompagnati a Roma da tre sacerdoti, quattro consacrate e dal vescovo Nicolò Anselmi, impegnato nella giornata di ieri in un incontro di catechesi sul tema dell’accompagnamento spirituale per chi è nel bisogno.