Morte detenuto a Prato: Pampana (Acli Toscana), “il carcere è una fabbrica di disperazione”

“Un altro punto di non ritorno”: così Elena Pampana, presidente di Acli Toscana, commenta la morte di un detenuto di 58 anni avvenuta nel carcere della Dogaia a Prato, denunciando un sistema penitenziario ormai al collasso. Il corpo senza vita dell’uomo è stato ritrovato nella sezione isolamento del penitenziario pratese. Mentre la magistratura indaga sulle cause del decesso, Acli Toscana richiama l’attenzione sul contesto drammatico in cui è avvenuta l’ennesima tragedia. Sovraffollamento, carenza di personale, ingresso di sostanze e oggetti proibiti: secondo Pampana, queste condizioni rendono impossibile ogni funzione rieducativa della pena. “Il carcere – afferma – si sta trasformando in una fabbrica di disperazione. Ma non è un mondo a parte: è lo specchio della qualità della nostra democrazia. Chi pensa che riguardi solo chi ha sbagliato, sbaglia due volte”. Acli Toscana chiede un cambio di paradigma: non più interventi emergenziali, ma una riforma strutturale. Serve un patto tra istituzioni, società civile e comunità locali per ricostruire i legami tra pena e reinserimento, legalità e dignità. “Il carcere non si riforma da solo – conclude Pampana – Serve visione e coraggio. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”.

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