Non si registra rispetto agli anni precedenti un incremento significativo di “persone nuove” che si rivolgono ai servizi Caritas della diocesi di Padova mentre aumenta il tempo in cui le persone continuano ad accedere agli aiuti erogati da Caritas attraverso il Centro di ascolto diocesano e i Centri di ascolto vicariali. “Dato questo che fa pensare a percorsi più lunghi e faticosi per emanciparsi da stati più o meno impegnativi di fragilità”. E’ quanto emerge dall’Osservatorio delle povertà e delle risorse della Caritas che ha fotografato la situazione leggendo e aggregando i dati che arrivano dal Centro di ascolto diocesano e dai 37 sportelli dei Centri di ascolto vicariali, sparsi in tutto il territorio. Analizzando i dati tra “centro” e periferia si nota “una netta differenza nella quantità degli interventi a fronte delle persone che li richiedono soprattutto per quanto riguarda la richiesta di beni e servizi materiali (20.345 interventi al Centro diocesano rispetto ai 3.196 del territorio, ma con numeri inversamente proporzionali di persone incontrate). Questa differenza è dovuta in modo particolare alla distribuzione di buoni pasto quotidiani alle persone in stato di marginalità incontrati dal Centro di ascolto diocesano. Un’altra differenza riguarda i beneficiari: ai Centri di ascolto vicariali si rivolgono prevalentemente donne, mentre nel Centro diocesano il numero degli uomini rappresenta l’80,9% delle persone incontrate. Nel 2024 sono state complessivamente 2.682 le persone incontrate attraverso i quattro servizi diocesani (Centro di ascolto diocesano di via Bonporti, Sportello Disagio finanziario, Poliambulatorio Caritas, Accoglienze), i 37 sportelli dei Centri di ascolto vicariali distribuiti nel territorio diocesano e le 17 parrocchie che utilizzano il sistema informatico OspoWeb. Circa la metà (48%) sono persone di origine italiana, a seguire la provenienza è da Marocco (17%); Nigeria (8%); Romania (3,9%); Albania (2,2%); Tunisia (2,2%) e altre nazionalità (18,7%). Per il 46% sono donne e per il 54% uomini. Di queste 2.682 persone, poco più della metà (1.462) si sono rivolte ai Centri di ascolto vicariali e in questo caso, prevalgono le donne (61,6% pari a 901 persone), con un’età media che si attesta nella fascia 35-64 anni, (ma non sono poche le persone anziane [16% circa]), per la maggior parte (746 persone) si tratta di cittadini italiani. In media – si legge in una nota – chi si rivolge ai Centri di ascolto vicariali presenta più di un bisogno. Tra questi prevalgono necessità economiche e a seguire problematiche legate all’occupazione, alla salute, alla famiglia e alla casa. I servizi Caritas hanno risposto anche alla parola “accoglienza” e nel 2024 sono state accolte 11 persone per 111 notti in strutture ricettive come alberghi e hotel per rispondere a situazioni di emergenza. A questa tipologia di risposta si aggiungono le accoglienze presso alcune parrocchie che concedono sei appartamenti in comodato gratuito a Caritas e associazione Adam ETS per progetti di accompagnamento verso l’autonomia abitativa. In particolare, nel 2024 sono state accolte 26 persone: tre nuclei familiari con sei minori e 16 persone senza dimora. Durante l’anno sono stati attivati grazie a Caritas sette tirocini lavorativi e tre borse lavoro in laboratori protetti. “Se il numero di persone che si rivolgono alla Caritas è quasi invariato o in leggero aumento rispetto al 2023 – commenta il responsabile di Caritas Padova, Lorenzo Rampon – i nostri operatori notano un aumento della complessità delle storie personali e familiari che comporta un maggior investimento di tempo e di risorse per accompagnare le persone nei loro percorsi di emancipazione”.