“La via dell’unità non va data per scontata, ma implorata dal Consolatore”. Lo ha detto Leone XIV ai pellegrini ecumenici giunti dagli Stati Uniti, ricevuti oggi a Castel Gandolfo. “Il vostro pellegrinaggio è uno dei frutti abbondanti del movimento ecumenico volto a ristabilire la piena unità tra tutti i discepoli di Cristo”, ha affermato, ricordando la Dichiarazione congiunta del 1965 tra Paolo VI e il patriarca Atenagora: “Cancellarono dalla memoria e dal vissuto della Chiesa le sentenze di scomunica seguite agli eventi del 1054”. Un gesto, ha osservato, che prima “probabilmente non sarebbe stato nemmeno possibile”. “L’opera dello Spirito Santo ha creato nei cuori la disponibilità a compiere quei passi, come presagio profetico di piena e visibile unità”, ha aggiunto. Commentando la Scrittura, Leone XIV ha ricordato che “l’unità tra i credenti in Cristo è uno dei segni del dono divino della consolazione”. Poi l’invito a non cadere in logiche di potere: “Roma, Costantinopoli e tutte le altre Sedi non sono chiamate a contendersi il primato”. Citando la Bolla Spes non confundit, ha ribadito che l’Anno Santo prepara il cammino verso il 2033, ricorrenza dei duemila anni della Redenzione. Infine l’auspicio: “Possa il ritorno alle radici della nostra fede far sperimentare a tutti noi il dono della consolazione di Dio”.