Diocesi: Venezia, da domani la Festa del Redentore con mons. Moraglia

La diocesi di Venezia si prepara alla festa del Redentore, edizione 2025. Domani sera, alle ore 19, presso la riva delle Zattere allo Spirito Santo, il Patriarca mons. Francesco Moraglia, interverrà, con le autorità civili e militari, all’inaugurazione del ponte votivo galleggiante realizzato per la festa. Il Patriarca, come ogni anno, benedirà il ponte disteso sul canale della Giudecca e poi lo attraverserà con le altre autorità cittadine. Domenica 20 luglio, sempre alle 19,  presiederà la messa solenne della festa del Santissimo Redentore nell’omonima basilica veneziana, al termine della quale vi sarà un momento di adorazione del Santissimo Sacramento e la benedizione eucaristica alla Città dalla scalinata del sagrato. Alla celebrazione eucaristica parteciperanno le autorità cittadine, il Capitolo Metropolitano, le IX Congregazioni del Clero veneziano, le Scuole Grandi, gli Ordini e le comunità religiose veneziane.
La grande festa veneziana del Redentore – religiosa e civile insieme, preceduta da una notte di veglia detta “notte famosissima” – è stata istituita – spiega la diocesi – per voto solenne del Senato e del popolo di Venezia a seguito della pestilenza che flagellò la Serenissima tra il 1575 e il 1577. Favorito dall’altissima concentrazione di abitanti, il morbo serpeggiò a lungo e causò moltissime vittime: quasi 50.000, più di un terzo della popolazione. Il Senato veneto, il 4 settembre 1576, deliberò che il Doge Alvise I Mocenigo dovesse pronunciare per tutti il voto di erigere una chiesa dedicata al Signore Gesù Cristo invocato con il titolo di Santissimo Redentore, affinché liberasse la città dalla pestilenza. Ogni anno, secondo tale promessa, la città avrebbe reso onore a Cristo nella basilica votiva che si sarebbe costruita, nell’anniversario del giorno in cui fosse stata dichiarata libera dal contagio. Il 13 luglio 1577 la pestilenza fu dichiarata definitivamente debellata e si decise di festeggiare la liberazione dalla peste la terza domenica del mese di luglio, con una celebrazione religiosa e una festa popolare. A tal scopo fu fatto edificare, su progetto di Andrea Palladio, il tempio votivo che ora sorge alla Giudecca.

 

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