Ad ottobre partirà a Genova il primo corso per “catechista animatore di comunità”. Come si legge sul settimanale cattolico di Genova, “Il Cittadino”, si tratta di una figura voluta da papa Francesco, con il Motu Proprio “Antiquum Ministerium” del 10 maggio 2021, e annunciata lo scorso anno dall’arcivescovo Marco Tasca nella sua Lettera Pastorale “Evangelizzazione, Sinodalità e Fraternità di parrocchie” [https://www.chiesadigenova.it/wd-doc-ufficiali/evangelizzazione-sinodalita-e-fraternita-di-parrocchie/]. L’arcivescovo, recependo anche le indicazioni del Cammino sinodale emerse in diocesi, ha evidenziato l’opportunità di istituire la figura del Catechista-Animatore di Comunità prevedendo anche la possibilità che sia referente di piccole realtà parrocchiali, soprattutto in quelle zone della diocesi dove, a causa della carenza di vocazioni, non sarà possibile avere la presenza costante di un sacerdote. Il corso, spiega il settimanale cattolico della diocesi partirà ad inizio ottobre. Gli iscritti sono già 24: otto uomini e sedici donne. Tra di loro anche tre coppie di sposi. Il settimanale diocesano informa, inoltre, della diffusione sul territorio genovese dei primi esperimenti di “fraternità di parrocchie” definiti quali “progetti pastorali per favorire la presenza della comunità cristiana sui territori”. Anche in questo caso, per sopperire alla carenza di vocazioni, sempre più parrocchie vengono affidate a un gruppo di sacerdoti con il compito di gestire più chiese contemporaneamente. “Le Fraternità di parrocchie – si legge sul giornale – hanno la finalità importante di far camminare insieme alcune comunità cristiane sul territorio sostenendo: l’annuncio del Vangelo, la vita sacramentale, l’azione caritativa, la testimonianza e la vita comunitaria. Nelle Fraternità di parrocchie è molto importante la corresponsabilità dei Consigli pastorali e degli Affari Economici, dove presbiteri, fedeli laici e consacrati garantiscono la cura della comunità”.