Solo lunedì scorso la visita di solidarietà dei Patriarchi e dei capi delle Chiese di Gerusalemme e dei rappresentanti diplomatici, ieri i coloni israeliani sono tornati al villaggio cristiano Taybeh per far pascolare il loro bestiame. A riferirlo al Sir è il parroco latino del villaggio, padre Bashar Fawadleh. “Non è bastata la visita dei capi religiosi cristiani ad allontanare i coloni che questa mattina sono tornati con il loro bestiame a pascolare sui terreni degli abitanti del nostro villaggio, fino a raggiungere la chiesa di san Giorgio (Al-Khader)”. Le foto inviate al Sir dal parroco mostrano alcune mucche pascolare liberamente nelle proprietà palestinesi.

(Foto B. Fawadleh/Sir)
Sullo sfondo i resti della chiesa del V secolo, uno dei più antichi siti religiosi della Palestina incendiata il 7 luglio scorso dai coloni. Solo l’intervento degli abitanti e dei vigili del Fuoco ne ha scongiurato la distruzione. Da tempo ormai si registrano casi di intrusione di coloni in proprietà agricole, episodi di vandalismo nelle piantagioni, spari in aria e costruzione illegale di avamposti, il tutto senza l’intervento delle forze di sicurezza israeliane. Tutto questo denunciato con forza prima dai tre parroci del villaggio, padre Daoud Khoury, greco ortodosso, padre Jack-Nobel Abed, greco-cattolico melkita, e padre Fawadleh, latino, che in un comunicato congiunto hanno alzato la loro voce “a nome degli abitanti della nostra città e dei membri delle nostre parrocchie” condannando “con la massima fermezza la ripetuta e grave serie di attacchi contro Taybeh. Questi attacchi minacciano la sicurezza e la stabilità della nostra comunità e, inoltre, minano la dignità dei suoi residenti e la sacralità della sua terra santa”.

Chiesa di san Giorgio attaccata dai coloni israeliani (Photo Credit: Nabd ElHaya)
Ferma condanna lunedì scorso anche dei patriarchi e dei capi delle Chiese di Gerusalemme, il card. Pizzaballa, patriarca latino e quello greco-ortodosso, Teofilo III. In una dichiarazione i leader cristiani hanno chiesto alle autorità israeliane “indagini trasparenti” affinché “questi coloni siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Anche in tempo di guerra, i luoghi sacri devono essere protetti. Chiediamo un’indagine immediata sul motivo per cui la polizia israeliana non ha risposto alle chiamate di emergenza della comunità locale e sul perché queste azioni abominevoli continuino a rimanere impunite. Gli attacchi dei coloni contro la nostra comunità, che vive in pace, devono cessare, sia qui a Taybeh che altrove in Cisgiordania”.