Terra Santa: Patton (Custodia), “cristiani siano custodi, con noi, dei luoghi santi. Pace: cambiare mentalità, insegnare convivenza”

Custode Francesco Patton

“Coltivare la loro identità come cristiani di Terra Santa. Non devono puntare su identità etnico-politiche, ma su una identità più profonda: essere custodi, con noi, dei luoghi santi. Molti luoghi li abbiamo potuti recuperare grazie ai cristiani locali che ne avevano conservato memoria. I luoghi santi sono parte essenziale della loro identità”. È anche questa l’eredità che padre Francesco Patton, custode di Terra Santa uscente, lascia ai cristiani in Terra Santa che vivono una realtà difficile e minoritaria. In una intervista al sito della Custodia, in cui traccia un bilancio dei suoi nove anni come custode (nominato nel 2016), padre Patton racconta la sua esperienza che ha attraversato anche eventi storici complessi – dalla guerra e il terremoto in Siria alla pandemia, fino al recente riaccendersi dei conflitti senza dimenticare gli abitanti, i fedeli della Terra Santa. “Ho suggerito ai parroci di portare nei Luoghi santi i ragazzi, di raccontare il Vangelo nei luoghi del Vangelo. I luoghi santi appartengono a loro. Essere cristiani in Terra Santa è una vocazione e una missione. Se Dio ti fa nascere qui, ti sta chiamando a essere luce e sale, proprio perché sei minoranza e il contesto è difficile. E Gesù ci ricorda che il sale che perde il sapore non serve a niente”. Per il futuro padre Patton sogna per la Custodia una “direzione sempre più internazionale, fedele all’intuizione di Papa Clemente VI nel 1342”. “Durante questi nove anni – spiega – ho invitato in particolare le province francescane dell’Asia e dell’Africa a inviare frati. Oggi la Custodia non è più solo europea o americana, ma si è allargata. E deve allargarsi ancora. In una terra dove si litiga per ogni metro quadrato su base etnica e culturale – ricorda – riuscire a vivere insieme come frati provenienti da paesi, culture e lingue diverse è un segno concreto che la convivenza non solo è possibile, ma arricchisce profondamente”. Così come la pace: “Quando sono arrivato era il momento peggiore della guerra in Siria, poi il Covid, poi un’altra guerra. Spero che ora i vari fronti possano chiudersi e ci sia un periodo di pace. Ma se non cambia la mentalità, ci saranno solo tregue, non una pace vera. La pace richiede accettazione reciproca tra i due popoli in lotta da decenni, e il superamento delle letture ideologiche della storia, della geografia e persino della Bibbia. Sarebbe necessario insegnare la convivenza nelle scuole, anziché una ideologia che genera solo paura, rabbia e rivendicazioni. Nessuno dei due popoli deve andarsene, e tutti e due devono poter vivere insieme in pace. Se entrambe riuscissero a superare la chiusura reciproca, le prossime generazioni potrebbero finalmente crescere in pace, senza paura e senza rabbia”.

Il 24 giugno scorso, papa Leone XIV ha confermato l’elezione di padre Francesco Ielpo, a Custode di Terra Santa e Guardiano del Monte Sion, avvenuta da parte del Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori con il suo Definitorio.

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