Leone XIV: “la droga e le dipendenze sono una prigione invisibile, ma siamo tutti chiamati alla libertà”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Spero che il sole non sia troppo forte per voi! Dio è grande ci accompagnerà”. Con queste parole, pronunciate a braccio, il Papa ha cominciato il suo discorso rivolto ai partecipanti alla Giornata internazionale per la lotta contro la droga e pronunciato nel cortile di San Damaso, gremito di fedeli. “Quando manca l’aria, quando manca l’orizzonte, la nostra dignità appassisce”, il monito iniziale a commento dell’apparizione di Gesù ai discepoli nel Cenacolo: “Non dimentichiamo che Gesù risorto viene ancora e porta il suo respiro! Lo fa spesso attraverso le persone che vanno oltre le nostre porte chiuse e che, nonostante tutto quello che può essere successo, vedono la dignità che abbiamo dimenticato o che ci è stata negata”. “La vostra presenza qui è una testimonianza di libertà”, l’omaggio di Leone XIV: “Ricordo che quando Papa Francesco entrava in un carcere, anche nel suo ultimo Giovedì Santo, si poneva sempre quella domanda: ‘Perché loro e non io?’”. “La droga e le dipendenze sono una prigione invisibile che voi, in modi diversi, avete conosciuto e combattuto, ma siamo tutti chiamati alla libertà”, ha spiegato il Pontefice: “Incontrandovi, penso all’abisso del mio cuore e di ogni cuore umano. Sant’Agostino ha confessato che solo in Cristo l’inquietudine del suo cuore ha trovato pace. Noi cerchiamo la pace e la gioia, ne siamo assetati. E molti inganni ci possono deludere e persino imprigionare in questa ricerca”.

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