Germania: prevenzione contro gli abusi in parrocchie e diocesi. Tanja Rieger (esperta pastorale), “gestire le situazioni con sensibilità”

Anche nella catechesi diocesana e parrocchiale, nella formazione dei catechisti e degli animatori parrocchiali è essenziale un efficace lavoro di prevenzione e di preparazione contro gli abusi fisici, sessuali e spirituali. Tuttavia, le singole parrocchie sono spesso sopraffatte da questo problema. Tanja Rieger della Conferenza nazionale per la catechesi, spiega in un’intervista a katholisch.de perché ad oggi solo poche diocesi offrano una formazione specifica nella catechesi contro gli abusi e ci siano troppo pochi piani di protezione personalizzati. “Fondamentalmente, non c’è differenza nell’approccio: le stesse misure di prevenzione obbligatorie – spiega Rieger – si applicano a tutti coloro che lavorano nella Chiesa con bambini, giovani o adulti. I catechisti devono inoltre presentare un certificato di polizia esteso e partecipare a corsi di formazione sulla violenza sessuale”. La preparazione copre argomenti come la prossimità e la distanza, così come le varie forme di abuso. Ma i tempi e le situazioni sono cambiate, sottolinea l’esperta: “Ciò che viene percepito come abuso può variare notevolmente. Questo mette spesso i catechisti in situazioni difficili: come reagisco, ad esempio, se un bambino interrompe costantemente l’incontro in preparazione ai sacramenti: è già una ‘violazione dei confini’ se lo mando fuori? O come gestisco il colloquio individuale prima della Prima Comunione, che a volte sostituisce la tradizionale prima confessione? Molte di queste domande sono nuove. 25 anni fa, la gente non rifletteva molto su alcune cose, come lasciare la porta di una stanza aperta per creare trasparenza. Oggi è importante mettere in discussione ciò che sembra essere dato per scontato e gestire tali situazioni con sensibilità”. Sarebbe auspicabile che in futuro tutte le diocesi avessero una formazione specifica sulla prevenzione nell’ambito della catechesi, ma purtroppo queste iniziative “sono attualmente disponibili solo in alcune diocesi”, dice Rieger, che mette in risalto come purtroppo la catechesi, “in quanto luogo di trasmissione della fede, può anche essere un punto di partenza per l’abuso spirituale”. Questi corsi non sono atti di sfiducia “nei confronti dei singoli; si tratta della Chiesa che si assume la responsabilità di bambini, giovani e adulti”.

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