La rappresentante speciale delle Nazioni Unite ad Haiti, Ulrika Richardson, ha presentato ieri il nuovo piano di risposta umanitaria per il Paese. Parlando ai giornalisti, come si apprende dal sito dell’Onu, ha sottolineato che la crisi causata dalla violenza delle bande è “senza precedenti” e che ogni cifra presentata sulla situazione umanitaria costituisce “un nuovo record”.
Dietro le statistiche si nasconde “l’immensa sofferenza” della popolazione. Richardson ha confermato che le bande stanno attaccando i quartieri della capitale, Port-au-Prince, con grande violenza, il che ha portato più di 1 milione di haitiani a fuggire dalle loro case, il triplo rispetto all’anno scorso. Secondo l’autrice, la maggior parte di queste case sono state invase o bruciate dai banditi. Nonostante il pericolo, l’anno scorso circa 400.000 persone sono fuggite da Haiti. Le Nazioni Unite hanno invitato i Paesi a non deportare gli haitiani che si trovano in questa situazione.
Richardson ha ricordato che il piano di risposta umanitaria per il 2024 è stato preventivato in 600 milioni di dollari, di cui il 43% è stato raccolto. Gli Stati Uniti hanno finanziato circa il 60% dell’appello. Tuttavia, ha affermato che il “congelamento temporaneo e l’ordine di stop ai lavori” del governo statunitense hanno avuto un impatto significativo. Per quest’anno, il piano richiede circa 900 milioni di dollari.
Nel frattempo in una lettera inviata lunedì al Consiglio di Sicurezza, il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha proposto dei modi per aumentare il potere operativo e l’efficienza della Missione multinazionale di supporto (Mss) alla sicurezza ad Haiti. Il portavoce di Guterres, Stephane Dujarric, ha spiegato che l’intenzione è quella di creare una missione Onu che fornisca supporto logistico alla Mss, senza, però, inviare una propria forza di pace.