“Le spade saranno trasformate in aratri e le lance in falci. Vuol dire che tutti gli strumenti di guerra saranno trasformati in attrezzi di lavoro, per cui l’uomo dovrà misurarsi nel lavorare da terra, nel fare un’opera di coltura, ma anche un’opera di cultura proprio per dare alla terra questa nuova linfa che è praticamente l’attraversamento della storia con un solco di speranza”. Lo scrive il vescovo di Lamezia Terme, mons. Serafino Parisi, nel messaggio per il Natale, affidando gli auguri “ad alcuni testi del libro del profeta Isaia, che sono dei testi messianici”. Il presule richiama il capitolo IX: “Il popolo che camminava nelle tenebre, ad un certo punto, vide una grande luce. Anche qui avviene un’opera di rinnovamento totale perché il giogo pesante verrà spezzato e anche la lancia dell’aguzzino sarà tolta”. Dice il testo: “Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio”. “Questo bambino viene identificato con il figlio di Dio, Gesù, che prende la carne dell’umanità, attraversa la storia dell’umanità, ne conosce le gioie, ma anche il patire e dà un frammento di eternità, di luce, a questa storia spesso oscurata, a volte, molte volte, da noi stessi”, prosegue mons. Parisi. Il vescovo ricorda anche la strada che “sarà chiamata la via santa, il sentiero della salvezza, la via dei redenti”. “L’augurio che faccio a tutti è questo: che ognuno di noi possa disporsi ad accogliere nella sua vita il Mistero”, conclude.