Natale 2025: mons. Vaccari (Massa Carrara), “la rivelazione di Dio si fa nella piccolezza”

“È Natale, andiamo al presepe! Dalla testimonianza dei pastori e dei magi, che Maria e Giuseppe raccolgono, sappiamo anche noi – loro lo sanno già dalle rispettive annunciazioni, ma ora ne hanno la conferma – che quel bambino posto nella mangiatoia è il Messia, il Figlio di Dio. Il Tutto di Dio si manifesta in un frammento di vita: la rivelazione di Dio si fa nella piccolezza”. Lo sottolinea il vescovo di Massa Carrara-Pontremoli, mons. Mario Vaccari, nel messaggio di auguri natalizi pubblicato dal settimanale diocesano “Il Corriere apuano”.
“Le opere di Dio – osserva il presule – si compiono sempre nel silenzio e nel nascondimento: ‘Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo corso, la tua parola onnipotente discese dal cielo, dal tuo trono regale’ (Sap 18, 14-15). Il Dio onnipotente, creatore del cielo e della terra, sceglie di manifestarsi nel Bambino di Betlemme, circondato dal bue e dall’asino e dalle cure di Maria e Giuseppe per segnare un nuovo inizio dell’umanità”. “I nostri occhi, unti con il ‘collirio’ dello Spirito (Ap 3, 18c), possono scoprire con meraviglia – con gli occhi di Dio – che Egli ha scelto la via della piccolezza, per discendere in mezzo a noi”, prosegue il vescovo, evidenziando che “lo Spirito del Signore sceglie il piccolo, sempre, perché non può entrare nel grande, nel superbo, nell’autosufficiente. È al cuore piccolo che avviene la rivelazione del Signore”. “Davanti al presepe – rileva mons. Vaccari – riscopriamo il valore del silenzio e della piccolezza di Dio, che ci fanno entrare nel cuore della spiritualità di san Francesco e ci fanno incontrare, per le nostre strade, i semplici, i piccoli, i poveri, le persone che fanno fatica a ritrovare il senso della vita e a superare quella percezione di angoscia e oppressione che spesso ritroviamo anche in noi nelle complesse vicende del nostro mondo”. “La promessa dell’Emmanuele, il Dio con noi, il Dio che promette ai suoi discepoli, ‘ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo’ (Mt 28, 20) si realizza su quella mangiatoia, in quel presepe, che arriva fino ai giorni nostri attraverso l’altare su cui si celebra l’Eucarestia”, spiega il vescovo.

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