Natale 2025: mons. Sacchi (Casale Monferrato), “la luce di Cristo continua a generare speranza”

“La luce di Cristo, mite e fedele, continua a indicare una via, continua a riscaldare ciò che è ferito, continua a generare speranza”. Lo ha scritto il vescovo di Casale Monferrato, mons. Gianni Sacchi, nel messaggio di auguri natalizi pubblicato sui giornali diocesani “La vita casalese” e “La grande famiglia”.
Nella notte di Natale, ricorda il presule, “la liturgia ci farà ascoltare l’annuncio dell’angelo: ‘Oggi è nato per voi un Salvatore’”. “Oggi: non solo allora, non solo a Betlemme, ma oggi, per noi”, commenta il vescovo. “Ogni Natale questo ‘oggi’ risuona nella Chiesa come parola efficace, capace di rendere presente l’evento che celebriamo”. “I primi a ricevere l’annuncio – prosegue mons. Sacchi – sono i pastori, uomini della notte, custodi silenziosi di un gregge fragile. A loro è data la luce; a loro è chiesto il cammino. Lasciando gli accampamenti, entrano nel mistero”. “Così – spiega il vescovo – la liturgia educa anche noi: non ci invita a osservare da lontano, ma a muoverci, a lasciarci coinvolgere, a ‘venire e vedere’ il segno che Dio offre”. “Il Figlio di Dio entra nella nostra condizione umana senza privilegi, condividendone fin dall’inizio la precarietà. Qui – rileva mons. Sacchi – sta la grande rivelazione del Natale: Dio non salva dall’alto, ma dal di dentro; non elimina la fragilità, ma la assume; non fugge la notte, ma la riempie della sua luce”. “Da quella notte nessuna oscurità è più totale. La Luce vera è entrata nel mondo. Per questo, anche oggi, nessuno può dirsi definitivamente solo, smarrito, privo di orientamento”. “La notte di Natale è luce per i piccoli e per i poveri, per chi è stanco, per chi porta pesi troppo grandi, per chi attende misericordia. È luce per chi ha preparato il cuore, ma anche per chi arriva all’ultimo momento, spinto da un desiderio confuso e vero. È luce per chi cerca ancora, per chi invoca, per chi spera di poter ricominciare”, conclude il vescovo: “Celebrare il Natale significa lasciarsi introdurre in questo mistero di luce che nasce nella notte. Significa accogliere Cristo perché prenda dimora nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità. Significa diventare, a nostra volta, segni umili ma veri di quella luce che il mondo non può spegnere”.

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