“Nella povertà di Betlemme, il nostro Dio entra disarmato nel mondo; nel silenzio, Maria e Giuseppe inseguono il senso misterioso della vita e custodiscono la relazione profonda tra loro, con Dio, con il Bambino”. Lo ha scritto il vescovo di Aosta, mons. Franco Lovignana, nel messaggio di auguri natalizi alla diocesi.
Richiamando le parole di Papa Leone XIV nella lettera apostolica “Disegnare nuove mappe di speranza”, il presule si sofferma su tre azioni. Innanzitutto “disarmare le parole”, che “vuol dire fare un uso responsabile ed educare a un uso responsabile del linguaggio, libero da pregiudizi, luoghi comuni e pettegolezzi, emancipato da polarizzazioni e contrapposizioni”. “Disarmare le parole in famiglia, al lavoro, in comunità – osserva mons. Lovignana – mette in moto un processo virtuoso di pace che può cambiare il volto del mondo”. Poi bisogna “alzare lo sguardo”: “La preghiera condivisa in famiglia, l’Eucaristia in parrocchia ci invitano – spiega il vescovo – ad alzare lo sguardo verso Dio e a riprenderci il tempo necessario per porci domande, fare discorsi, ascoltarci gli uni gli altri, rimettere insieme i pezzi di vita personale, familiare e comunitaria che compongono il puzzle del dono di Dio”. Infine, è necessario “custodire il cuore”. “È il primato delle relazioni”, rileva mons. Lovignana, aggiungendo che “una relazione, per essere vera e crescere sana, ha bisogno di radicarsi in un’interiorità coltivata e custodita, libera dal culto dell’apparenza e dalla ghigliottina del giudizio altrui. Solo chi ha radici profonde e solida vita interiore può sfuggire alle lusinghe della superficialità e coltivare relazioni sane e solide, belle e gratuite”. Il vescovo conclude: “Auguro a tutti di poter vivere questo Natale disarmando le parole, alzando lo sguardo al Cielo e custodendo il cuore per cogliere il senso della vita e gustarla appieno”.