Natale in Terra Santa: card. Pizzaballa, “vogliamo essere voce della verità, invocare giustizia e rispetto dei diritti umani e della dignità della persona”

“In un mondo in cui la violenza e l’odio sono il linguaggio comune, dove è naturale pensare che, se non si usa la forza, non si viene presi in considerazione, il Natale ci ricorda il modo cristiano di vivere: Dio entra nella nostra storia e nelle nostre notti come un neonato, che è l’elemento più fragile che conosciamo, un neonato, molto fragile, bisognoso di tutto, dipendente da tutto e molto debole. Eppure, è così che entra nel mondo”. È quanto si legge nel messaggio di Natale del patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, diffuso oggi nella Città Santa. “Ma questo Neonato, umanamente molto debole – ricorda il patriarca – ha cambiato il mondo, e tutte le nazioni e l’umanità ne sono attratte. Un neonato risveglia in tutti tenerezza e amore, e questo è ciò di cui abbiamo bisogno soprattutto nel nostro tempo, e continueremo a essere, come cristiani, un luogo di cura, tenerezza e amore, senza limiti, senza confini; amore senza confini; questo è ciò di cui abbiamo bisogno in questo momento”. Rallegrandosi per l’albero e il presepe presenti nelle parrocchie, soprattutto a Betlemme, il card. Pizzaballa invita a vedere “anche le luci di molte persone e comunità, visibili attraverso le loro vite e la loro testimonianza; quindi, dobbiamo continuare a essere questa presenza luminosa ovunque ci troviamo”. Il patriarca non dimentica che “tutti i problemi, siano essi politici, sociali, economici, spirituali, sono ancora sul tavolo, ma è importante anche – rimarca – prendersi una pausa da tutto il dolore e godersi il Natale, soprattutto per i nostri figli, per le nostre famiglie, per i nostri poveri, e condividerlo tra tutti noi”. “Abbiamo avuto un anno molto difficile, e anche l’anno prossimo sarà molto impegnativo – avverte -. Ma come abbiamo fatto in passato, anche per il futuro, possiamo assicurarvi che saremo presenti, continueremo a servire la nostra comunità e continueremo a essere nella nostra comunità tutti insieme, come un’unica comunità, la luce di Gesù Cristo, per portare consolazione, conforto, sostegno e solidarietà ovunque sia necessario. E poi, vogliamo anche essere voce della verità, invocare giustizia e rispetto dei diritti umani e della dignità della persona. Perché questo è ciò che celebriamo a Natale, celebriamo il Verbo che si fa carne, celebriamo l’Incarnazione, che è qualcosa di reale e concreto”.

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