Diocesi: Arezzo, integrare con il lavoro, una nuova sfida delle migrazioni

Riconoscere nel lavoro uno strumento insostituibile per una reale inclusione sociale andando oltre la doverosa ospitalità e promuovendo una partecipazione attiva alla vita della comunità, dove il lavoro diventa il fondamento della dignità personale e della sicurezza collettiva. Questo il tema al centro del convegno in programma nella Sala Grande di Giustizia del Palazzo Vescovile di Arezzo sabato 10 gennaio a partire dalle ore 10 intitolato “Integrare con il lavoro: una nuova sfida delle migrazioni”. L’iniziativa, promossa dal Centro pastorale per le migrazioni e la cura degli immigrati e dal Centro pastorale per i problemi sociali e il lavoro della diocesi vede la partecipazione di mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della della Commissione CEI per le Migrazioni, del Capo di Gabinetto della prefettura di Arezzo, Leandro Peraino, di Adriano Scarpelli, direttore della cooperativa Carrettera onlus, di don Fabrizio Vantini, direttore della Caritas diocesana e testimonianze di alcune realtà del territorio. Gli ospiti, aiuteranno a declinare il tema di una corresponsabilità condivisa tra istituzioni, imprese, sindacati e società civile sul ruolo che il lavoro può svolgere in tema di integrazione. “La dottrina sociale della Chiesa – dice il vescovo Andrea Migliavacca – guida i passi dell’impegno nella società della comunità ecclesiale. In particolare il lavoro in tutti i suoi aspetti e anche come realtà ove l’apporto degli immigrati è diventato indispensabile e stimola dignità e occasioni di integrazione. Questo convegno è occasione importante per approfondire il tema”. Il convegno del 10 gennaio si inserisce in un percorso avviato dalla diocesi per riflettere sulla costruzione di una “cittadinanza comune”. “Abbiamo pensato di invitare le realtà coinvolte a vario titolo sul fronte dell’integrazione quali istituzioni, sindacati, cooperative, realtà del terzo settore, comunità etniche e parrocchie, per confrontarci sul contributo che insieme possiamo costruire per favorire l’integrazione – dichiara don Severe Boukaka, direttore del Centro pastorale per le migrazioni e la cura degli immigrati -. Persone integrate, più facilmente sono consapevoli di essere membri della società e cittadini che possono contribuire al bene comune. Essere parte integrante della società è un modo per contrastare la malavita e un antidoto alla tentazione della delinquenza. Troppo spesso ci limitiamo solo a criticare il fenomeno dell’immigrazione, mentre con questa iniziativa vorremmo trovare risposte concrete, adeguate e condivise, affinché sia rispettata la dignità di ogni persona”.

 

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