Natale 2025: Toscana Oggi, numero speciale per la campagna “Una carezza per la Terra Santa” con le voci di Pizzaballa, Romanelli, Lojudice e testimonianze da Gaza

“Non ci saranno feste esterne, perché il conflitto continua, ma celebrazioni liturgiche, momenti di preghiera e piccoli segni di gioia sì: un albero di Natale, il presepe, anche quello vivente. Una volta lo facevamo nel teatrino, che ora però è diventato casa per chi non ce l’ha più”. Padre Gabriel Romanelli, parroco dell’unica chiesa cattolica di Gaza City, racconta così il Natale nella Striscia di Gaza. «La situazione è migliorata dall’inizio della tregua – osserva il sacerdote – ma migliorata non vuol dire che sia buona, né che la guerra sia finita. I grandi bombardamenti che duravano mesi non ci sono più, ma le esplosioni si sentono ancora, ogni giorno”. L’intervista al parroco di Gaza è contenuta nel numero speciale, in distribuzione in questi giorni, che Toscana Oggi ha realizzato, per Natale, insieme al Commissariato di Terra Santa dei Frati minori della Toscana nell’ambito della campagna di raccolta fondi “Una carezza per la Terra Santa”. L’iniziativa segue il viaggio che i vescovi toscani hanno compiuto in Israele e Palestina nello scorso giugno. “Le Chiese della Toscana ancora una volta hanno voluto dare un segno concreto della vicinanza a tutti i popoli che nella Terra Santa stanno subendo gli effetti di una guerra senza fine”, scrive il card. Augusto Paolo Lojudice, presidente della Conferenza episcopale toscana. “Non possiamo abituarci a pensare – prosegue lil porporato – che sia normale che lì ci sia la guerra, che lì i popoli non dialoghino se non con le armi e gli attentati. Per questo abbiamo incoraggiato, come Conferenza episcopale toscana, ogni occasione per parlare di pace e per non dimenticare che, anche in questo momento mentre scrivo, migliaia di persone soffrono le privazioni della guerra e molte purtroppo quotidianamente perdono la vita. Dobbiamo disabituarci alla normalità della guerra in Terra Santa e in ogni parte del mondo”.
Nel numero speciale, anche un’intervista al card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme. “A Gaza – afferma – è tutto fermo: non c’è una vera ricostruzione, il negoziato non avanza, le macerie sono ancora lì, come pure i cadaveri sotto di esse. Fame, scuole, ospedali e infrastrutture restano una ferita aperta. Anche in Cisgiordania la situazione è molto difficile, con numerosi problemi che rendono la vita quotidiana complicata e incerta”. La comunità cristiana però guarda con speranza: “La guerra non è ancora ufficialmente conclusa. Tuttavia questo Natale è importante. Abbiamo deciso di vivere un Natale ‘normale’. Vogliamo che vengano i pellegrini, aprire le nostre case e le nostre chiese, fare festa, accendere le luci, mettere gli alberi di Natale, condividere il cibo. Anche noi, come tutte le comunità umane, abbiamo bisogno di fare comunità, e il Natale è un momento fondamentale per questo”.
Sul numero speciale di Toscana Oggi anche il racconto di alcune delle vittime delle violenze di questi anni: Ron, ebreo, che ha visto la famiglia sterminata nel massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre, e Suhail, chierichetto della chiesa di Gaza sopravvissuto al crollo della chiesa colpito per un “errore di tiro” dal fuoco israeliano. Molti poi i racconti delle opere realizzate dalla Custodia di Terra Santa, scuole, ospedali, cooperative di lavoro… È ancora possibile contribuire attraverso il sito web dona.terrasantatoscana.it.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo