India: Domenicane di S. Maria del Rosario, sabato inaugurazione della casa “Ricostruire la speranza”

“Ricostruire la Speranza”: è questo il nome e il fine ultimo che animerà il Centro di accoglienza per donne con problemi psichiatrici, che le Suore Domenicane di Santa Maria del Rosario inaugureranno sabato 29 novembre a Cochin, nello stato indiano del Kerala dove la congregazione è presente in missione fin dagli anni Settanta ed opera nel campo dell’istruzione, del servizio ai malati e della carità, in un contesto di povertà diffusa. Il progetto, di cui è responsabile madre Paola Collotto e che vede il dottor Lamberto Scali responsabile organizzativo, si propone di portare in India l’esperienza del “fareassieme” e i metodi di prossimità umana e assistenza psichiatrica sperimentati a Prato e in altre parti d’Italia. Cinquanta donne che soffrono da lungo tempo di gravi disturbi mentali e che hanno vissuto negli anni passati nel Settlement di Cochin – una struttura simile a manicomio, in via di dismissione – saranno così gradualmente accolte nella “Casa Ricostruire la Speranza”, un edificio di nuova costruzione che si estende su 2500 metri quadrati ed è provvisto di vasti spazi interni ed esterni per favorire un clima positivo di accoglienza per gli ospiti, per le loro famiglie e per l’intera comunità locale. Nel plesso troverà spazio anche un centro di salute mentale territoriale, finalizzato alla cura e alla riabilitazione, per dare risposta alle situazioni di crisi, con l’obbiettivo di sostenere l’abitare autonomo e di ridurre il più possibile i ricoveri in strutture contenitive. Nella Casa, assieme alla presenza delle suore, opererà uno staff composto da medico psichiatra, infermiera psichiatrica, assistente sociale, operatore socio sanitario ed esperti nel supporto tra pari. Il responsabile scientifico del progetto è lo psichiatra trentino Renzo De Stefani, referente nazionale del movimento “Le Parole ritrovate”, che opera per diffondere le esperienze di “fareassieme”, un approccio alla salute mentale che vede coinvolti utenti, familiari, operatori e cittadini secondo logiche di parità e di coproduzione. «Le radici di “Ricostruire la Speranza” affondano nel 2007. In quel periodo – spiega Lamberto Scali, psicologo e psicoterapeuta che fa parte dell’Associazione Aurora di Prato – il Settlement di Kochin ospitava circa 400 persone e l’80% di queste soffriva di gravi problemi psichiatrici, mentre il restante 20% soffriva di handicap fisici o di problematiche sociali legate all’abbandono o alla rottura dei legami affettivi familiari. Il sindaco di Cochin, Mercy Williams, chiese a Madre Paola un intervento di aiuto finalizzato a rendere il Settlement un luogo più rispettoso dei diritti umani. Madre Paola, profondamente convinta che i pazienti psichiatrici possano essere persone ricche di capacità e risorse, decise, in collaborazione con Luciano Giusti della Polisportiva Aurora, di portare un gruppo di utenti e volontari del dipartimento di salute mentale da Prato a Cochin, per realizzare il fare-assieme all’interno del Settlement”. Da quella scintilla iniziale – scaturita nell’ambito del progetto “Cittadini del mondo – Passaggio in India” che dal 2008 al 2019 ha promosso il benessere mentale degli utenti di psichiatria di Prato e della Polisportiva Aurora e degli studenti delle scuole pratesi coinvolti nella peer education – è partito un percorso di collaborazione tra le suore domenicane di Santa Maria del Rosario, le autorità indiane, la Polisportiva Aurora e il “Movimento Le Parole Ritrovate”, che ha portato alla nascita di Casa Ricostruire La Speranza. “Gli 11 anni del progetto Cittadini del Mondo – Passaggio in India sono serviti a preparare le suore e a fornire loro le conoscenze necessarie per affrontare la malattia mentale, un tema tuttora circondato da diffidenza e stigma in Italia e in India – spiega Madre Paola Collotto -. Sabato 29 novembre inaugureremo ufficialmente il Centro, ma già da un paio di anni alcune donne con problemi di natura psichiatrica vivono con le suore di Cochin; attualmente sono 13. L’approccio delle nostre suore in India è lo stesso che abbiamo qui a Villa Martelli, dove è presente una casa-famiglia convenzionata con la Asl in cui vivono 14 ragazze e donne con problemi psichiatrici: ridare dignità e speranza alla persona, volerle bene, ascoltare e accogliere le loro richieste, coinvolgerle in attività utili, far sentire loro che valgono”.

 

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