Un Ponte Per (Upp) ha annunciato, insieme ai partner ucraini e romeni, la conclusione del progetto “Iniziativa Congiunta per la Ripresa Sociale, l’Inclusione e la Coesione delle Comunità ucraine”, realizzato con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale attraverso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, Aics Kiev. Avviato a Marzo 2024 e concluso a Luglio 2025, il progetto, fa sapere Upp in un comunicato, “ha rappresentato una risposta concreta alle gravi conseguenze umanitarie del conflitto, che continua a colpire duramente la popolazione civile e la coesione sociale”. In coordinamento con Bukovinian Agency for Initiatives and Development (Baid), Institute for Peace and Common Ground (Ipcg) e Peace Action Training and Research Institute of Romania (Patrir), l’iniziativa, prosegue il comunicato, “ha rafforzato la resilienza delle comunità colpite, ponendo al centro salute mentale, educazione, protezione e dialogo come pilastri per una ripresa sostenibile. Un’attenzione particolare è stata rivolta alle giovani generazioni, protagoniste attive della risposta comunitaria alla crisi”. In Ucraina, il progetto ha sostenuto 25 comunità locali in 12 oblast, trasformando le scuole in centri di coesione e recupero. Oltre 500 insegnanti e 73 dirigenti scolastici hanno completato percorsi di formazione sul trauma e sulla gestione riparativa, mentre 607 studenti hanno beneficiato di corsi di resilienza e supporto psicologico. Parallelamente, 25 gruppi di dialogo comunitario hanno rafforzato le capacità locali di prevenzione dei conflitti e coesione sociale. Grazie a 15 microgrant (piccoli finanziamenti, ndr.) comunitari, sono stati realizzati interventi concreti su infrastrutture sociali, sicurezza, inclusione, imprenditorialità e ambiente. Tra i casi più significativi, la creazione di uno spazio medico presso il liceo di Kolomak (oblast di Kharkiv) e l’allestimento di un’aula educativa in un rifugio nella comunità di Hruhn (oblast di Sumy), area duramente colpita dai raid aerei russi. Sul fronte della salute mentale e del supporto psicosociale, 679 professionisti tra psicologi, medici e operatori sociali sono stati formati e oltre 5.600 persone hanno ricevuto servizi di sostegno. Grazie a una campagna di sensibilizzazione mirata, inoltre, ulteriori 5.500 persone sono state informate sui centri di supporto presenti sul territorio e sui percorsi di assistenza appositamente creati. Infine, il programma di Educazione sui Rischi da ordigni esplosivi (Eore) ha raggiunto più di 2.500 persone. In Romania, attraverso Patrir, migliaia di rifugiati ucraini hanno ricevuto servizi sanitari, di protezione e assistenza legale con oltre 2.100 persone seguite, oltre a corsi di recupero, attività extracurriculari e lezioni di lingua rumena, che hanno coinvolto 143 studenti ucraini. In parallelo, attività culturali e programmi di formazione professionale – di cui hanno beneficiato oltre 2.000 persone – hanno favorito l’integrazione e rafforzato i legami con le comunità ospitanti.