Dilexi te: p. Le Méhauté, “scegliere di condividere la vita dei poveri è un segno di comunione e di fede vissuta”

“Senza i poveri, la Chiesa non è se stessa, perché è in loro che Dio rivela il suo volto”. Lo afferma padre Frédéric-Marie Le Méhauté, teologo francescano, commentando in un’intervista al Sir l’esortazione apostolica Dilexi te di Papa Leone XIV. “I poveri – spiega – non sono un problema da risolvere, ma fratelli e sorelle da accogliere. L’opzione preferenziale per i poveri non nasce da un programma umano, ma dal cuore stesso di Dio”. Per padre Le Méhauté, la povertà è “un luogo della rivelazione”, in cui “Dio si dona e si lascia incontrare”. “Non si tratta di idealizzarla – precisa –. La miseria va combattuta, le sue cause rimosse, ma scegliere di condividere la vita dei poveri è un segno di comunione e di fede vissuta”. Il teologo ricorda che “c’è una differenza tra vulnerabilità e precarietà: tutti siamo vulnerabili, ma non tutti siamo precari”, e invita a “partire dagli ultimi per includere davvero tutti”. “Dio non sceglie i poveri perché sono buoni, ma perché Lui è buono – aggiunge –. La sua è una scelta universale, che salva tutti cominciando dai più fragili”. Nella povertà, conclude, “la Chiesa ritrova la sua verità e la sua forma evangelica: l’amore dei poveri è la garanzia della sua fedeltà al cuore di Dio”.

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