“Sistemi finanziari usurari possono mettere in ginocchio interi popoli”. Lo ha denunciato oggi Papa Leone XIV parlando del fenomeno dell’usura durante l’udienza in Vaticano ai membri della Consulta antiusura: “Ugualmente, non si possono trascurare «quanti nei commerci usano pratiche usurarie e mercantili che provocano la fame e la morte dei loro fratelli in umanità» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2269): le loro responsabilità sono gravi e alimentano strutture di peccato inique”. Papa Leone XIV ha ricordato la preziosità dell’azione di chi “si impegna per disincentivare l’usura e cercare di porre fine a tale pratica. La vostra opera è particolarmente intonata allo spirito e alla prassi del Giubileo, e può ben essere annoverata tra i segni di speranza che caratterizzano questo Anno Santo”.
Pensando alle radici evangeliche di questo servizio, ha invitato i membri della Consulta a meditare sull’atteggiamento di Gesù nei confronti di Zaccheo, capo dei pubblicani di Gerico (cfr Lc 19,1-10): “Egli era avvezzo a soprusi, angherie e prepotenze. Era normale per uno come lui approfittare del proprio ruolo per sfruttare le persone e guadagnare spogliando i più deboli. Ed ecco che Gesù cerca proprio lui, Zaccheo: lo chiama, gli dice che vuole fermarsi a casa sua. E allora accade l’impensabile: la gratuità di Gesù spiazza completamente quell’uomo e lo mette con le spalle al muro. Rientrando in sé stesso, Zaccheo capisce di aver sbagliato e decide di restituire ‘con gli interessi’!”. “Nessuno gli chiedeva tanto, neppure la legge mosaica – ha osservato il Pontefice -. Ma il fatto è che l’incontro con Cristo gli ha trasformato il cuore, e allora tutto cambia. Solo la gratuità è così efficace da rivelare a noi stessi il senso della nostra umanità”. “Quando prevale la ricerca del guadagno – ha concluso -, gli altri non sono più persone, non hanno più volto, sono solo oggetti da sfruttare; e così si finisce per perdere anche sé stessi e la propria anima. La conversione di chi si macchia di usura è altrettanto importante della vicinanza a chi soffre per l’usura subìta”.