“Il Giubileo si propone di dare conforto e speranza ai pazienti, esprimere gratitudine agli operatori, renderli sempre più consapevoli dell’eredità lasciata da don Carlo, invitarli a contrastare la cultura dello scarto, offrire a tutti l’occasione per chiedere perdono delle mancanze d’amore e la grazia di sentirsi fratelli e sorelle di coloro che sono nella sofferenza”. Lo ha detto questa mattina l’Arcivescovo di Firenze, mons. Gherardo Gambelli, nell’omelia pronunciata alla Messa celebrata nella Basilica della SS. Annunziata, per il “Giubileo della speranza” del Centro di riabilitazione “Don Gnocchi” di Firenze. Alla Messa hanno partecipato pazienti e familiari, operatori sanitari e amministratori e volontari. “Agire sempre con umanità, facendo agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi”. E’ questa la “missione” che caratterizza ancora oggi i circa 30 centri in tutta Italia e diversi presidi medici all’estero che la Fondazione don Gnocchi gestisce. A Firenze è presente dal 1951, quando don Carlo ebbe dallo Stato in comodato gratuito il Collegio di Pozzolatico, e poi nell’attuale sede aperta nel 2011. “L’ultimo atto d’amore di don Carlo Gnocchi – ha ricordato Gambelli – fu il dono delle cornee a due non vedenti: un bambino e una bambina di un suo istituto, che recuperarono la vista. Fu il primo trapianto di cornea in Italia, quando ancora non era definita la legislazione in materia”. “In questo luogo di pellegrinaggio dedicato alla SS.ma Annunziata – ha concluso l’arcivescovo – vogliamo affidare a Maria, madre di Gesù e madre nostra tutte le nostre preoccupazioni, i dolori e le attese”.