Terra dei Fuochi: condanna della Corte europea all’Italia, “non ha fatto tutto il necessario per proteggere la vita”

(Foto ANSA/SIR)

“La Corte ha ritenuto che lo Stato italiano non abbia fatto tutto il necessario per proteggere la vita dei ricorrenti” e che “non abbia affrontato il problema della Terra dei Fuochi con la diligenza richiesta dalla gravità della situazione”. Lo afferma la Corte europea dei Diritti dell’uomo nella sentenza con cui ha condannato l’Italia per violazione dell’articolo 2 della Convenzione europea dei diritti umani, riconoscendo le gravi carenze nella gestione della crisi ambientale che colpisce le province di Napoli e Caserta. Secondo la Corte, “la contaminazione da diossina ha provocato l’inquinamento di un’area considerevole” e “si è osservata una concentrazione eccezionale di metalli pesanti in determinate zone”. Inoltre, “i tassi di incidenza del cancro sono notevolmente aumentati nell’area” e “sono stati osservati esiti sanitari al di fuori delle norme italiane”. Il problema “era noto alle autorità fin dal 1988” e “progressi sono stati compiuti a un ritmo glaciale”, mentre “la deterrenza nei confronti delle attività illecite era praticamente inesistente” e “il perseguimento dei reati ambientali si è rivelato quasi impossibile”. Per la Corte, “era necessaria una strategia globale e accessibile di comunicazione per informare proattivamente il pubblico sui rischi sanitari potenziali o effettivi”, ma ciò “non è stato fatto”. L’Italia dovrà ora “elaborare una strategia complessiva per affrontare il problema”, “istituire un meccanismo di monitoraggio indipendente” e “creare una piattaforma pubblica di informazione”. La sentenza prevede un termine di due anni per l’attuazione delle misure e il rinvio delle 36 cause pendenti, che coinvolgono circa 4.700 ricorrenti.

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