Migrazioni: torna Migranti Press, il periodico della Fondazione Migrantes. L’editoriale di mons. Perego, “non chiamiamolo Piano Mattei. Politiche su immigrazione e cooperazione camminino insieme”

Torna Migranti Press, il periodico della Fondazione Migrantes. In copertina il tema della cittadinanza, di nuovo alla ribalta dopo le dichiarazioni della premier Meloni nella conferenza stampa di inizio anno. Nell’editoriale una riflessione del presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego, sul cosiddetto “Piano Mattei” per l’Africa. “Se le politiche sull’immigrazione e le politiche sulla cooperazione non camminano insieme, contrapponendo il diritto di migrare con il diritto di rimanere nella propria terra e non tutelando entrambi, si annullano, aggravando la situazione dei migranti e dei Paesi d’origine”, afferma monsignor Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio. “Un interrogativo grave pone l’efficacia di quello che il governo italiano ha definito ‘Piano Mattei’, che però per onestà intellettuale andrebbe chiamato ‘Piano Meloni’, per non confonderlo con il vero Piano Mattei”, scrive: “Il Piano Mattei, infatti, nacque dalla condivisione di un gruppo multidisciplinare di intellettuali cattolici e della sinistra democratica, aggregati intorno all’Università Cattolica di Milano. L’ateneo milanese, infatti, già prima della fine della Seconda guerra mondiale, aveva iniziato a studiare i temi della cooperazione internazionale, della tutela dello sviluppo economico delle nazioni più sfavorite e dell’equa partecipazione di tutti i popoli ai beni della terra”. Il Piano che prese il nome di Enrico Mattei, ricorda l’arcivescovo, “nasceva a partire da un’azienda di Stato, l’Agip – poi trasformata in Eni – che sarà poi un volano nella distribuzione degli idrocarburi. Si poggiava sull’idea di una mutualità non tra persone, ma tra popoli, i popoli dell’Africa, chiamati a costruire progetti i cui utili sarebbero stati divisi alla pari, ‘senza speculazione privata’, con un convinto appoggio al diritto di ogni popolo di perseguire il proprio riscatto politico, economico e sociale. È da questo ‘capitale culturale’, che aveva generato anche il Codice di Camaldoli, con il contributo di Giuseppe Lazzati e Giuseppe Dossetti, che nacque il Piano Mattei”. Una cooperazione intesa come “strumento di democrazia dal basso”. In proposito il presidente della Fondazione Migrantes osserva: “la cooperazione internazionale realizzata dal nostro Paese con il nuovo Piano Mattei/Meloni in nove Paesi africani (Egitto, Tunisia, Algeria, Marocco, Costa d’Avorio, Mozambico, Repubblica del Congo, Etiopia e Kenya) conserva queste caratteristiche di funzione sociale, di mutuo aiuto, cioè di collaborazione alla pari, ‘senza fini di specula- zione privata’”?
Riguardo all’efficacia del Piano attuale, infatti, monsignor Perego si chiede “quale valore aggiunto possano avere le poche risorse messe a disposizione – si parla di 600 milioni di euro per il 2025 – a fronte di un continente che necessiterebbe di 500 miliardi di dollari, per garantire accesso all’energia a tutta la popolazione, e di 438 miliardi di dollari per investimenti entro il 2030. L’attuale Piano, tra l’altro, non fa alcun riferimento al Piano europeo sull’Africa, che dal 2009 opera con le risorse e la collaborazione di tutti gli Stati e un fondo di 150 miliardi di euro, a fronte dei 5 e mezzo in tre anni del nuovo ‘Piano Meloni’”.
Nel nuovo numero di Migranti Press è contenuta anche una sintesi del percorso sinodale e sull’Assemblea sinodale italiana, a cura di mons. Valentino Bulgarelli; le interviste ad Amir Issaa, Luigi Dal Cin, Klaus Colanero; il saluto alle “suore giostraie” di Ostia e le rubriche (Norme e giurisprudenza, Brevi e Segnalazioni – Libri, Cinema, Arte, etc).

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