Papa in Ungheria: messa a Budapest, “uscire dalle nostre comodità e raggiungere ogni periferia”

(Foto Vatican Media/SIR)

“All’inizio della nostra storia di salvezza non ci siamo noi con i nostri meriti, le nostre capacità, le nostre strutture; all’origine c’è la chiamata di Dio, il suo desiderio di raggiungerci, la sua sollecitudine verso ciascuno di noi, l’abbondanza della sua misericordia che vuole salvarci dal peccato e dalla morte, per donarci la vita in abbondanza e la gioia senza fine”. A ricordarlo è stato il Papa, nell’omelia della Messa celebrata nella piazza Kossut Lajos di Budapest, primo appuntamento pubblico della terza e ultima giornata in Ungheria, che nel pomeriggio prevede l’incontro con il mondo universitario e della cultura. “Gesù è venuto come buon Pastore dell’umanità per chiamarci e riportarci a casa”, ha affermato Francesco davanti a una folla di circa 50 mila persone, giunte non solo dall’Ungheria ma anche dai Paesi limitrofi che vedono una presenza di ungheresi: “Lui si è addossato le nostre iniquità e si è caricato delle nostre colpe, riportandoci nel cuore del Padre. E, ancora oggi, in ogni situazione della vita, in ciò che portiamo nel cuore, nei nostri smarrimenti, nelle nostre paure, nel senso di sconfitta che a volte ci assale, nella prigione della tristezza che rischia di ingabbiarci, egli ci chiama. Viene come buon Pastore e ci chiama per nome, per dirci quanto siamo preziosi ai suoi occhi, per curare le nostre ferite e prendere su di sé le nostre debolezze, per raccoglierci in unità nel suo ovile e renderci familiari con il Padre e tra di noi”. “Tutti noi, chiamati per nome dal buon Pastore, siamo chiamati ad accogliere e diffondere il suo amore, a rendere il suo ovile inclusivo e mai un ovile escludente”, l’appello del Papa: “siamo tutti chiamati a coltivare relazioni di fraternità e di collaborazione, senza dividerci tra noi, senza considerare la nostra comunità come un ambiente riservato, senza farci prendere dalla preoccupazione di difendere ciascuno il proprio spazio, ma aprendoci all’amore vicendevole”. “Tutti, nessuno escluso, siamo chiamati a uscire dalle nostre comodità e ad avere il coraggio di raggiungere ogni periferia che ha bisogno della luce del Vangelo”, l’altro appello di Francesco.

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