Papa Francesco: messaggio natalizio, “il Bambino ci chiede di essere voce di chi non ha voce”. “Convertire il cuore” in preparazione del Giubileo

(Foto Vatican Media/SIR)

“Si avvicini il giorno della pace definitiva tra Armenia e Azerbaigian. La favoriscano la prosecuzione delle iniziative umanitarie, il ritorno degli sfollati nelle loro case in legalità e sicurezza, e il mutuo rispetto delle tradizioni religiose e dei luoghi di culto di ogni comunità. Non dimentichiamo le tensioni e i conflitti che sconvolgono la regione del Sahel, il Corno d’Africa, il Sudan, come anche il Camerun, la Repubblica Democratica del Congo e il Sud Sudan. Si avvicini il giorno in cui si rinsalderanno i vincoli fraterni nella penisola coreana, aprendo percorsi di dialogo e riconciliazione che possano creare le condizioni per una pace duratura”. Nel messaggio natalizio, Papa Francesco ricorda i principali scenari di guerra nel mondo: “Il Figlio di Dio, fattosi umile Bambino, ispiri le autorità politiche e tutte le persone di buona volontà del continente americano, affinché si trovino soluzioni idonee a superare i dissidi sociali e politici, per lottare contro le forme di povertà che offendono la dignità delle persone, per appianare le disuguaglianze e per affrontare il doloroso fenomeno delle migrazioni”. “Dal presepe, il Bambino ci chiede di essere voce di chi non ha voce – prosegue il Pontefice -: voce degli innocenti, morti per mancanza di acqua e di pane; voce di quanti non riescono a trovare un lavoro o l’hanno perso; voce di quanti sono obbligati a fuggire dalla propria patria in cerca di un avvenire migliore, rischiando la vita in viaggi estenuanti e in balia di trafficanti senza scrupoli”. Infine, il Papa richiama “il tempo di grazia e di speranza del Giubileo” che inizierà tra un anno: “Questo periodo di preparazione sia occasione per convertire il cuore; per dire ‘no’ alla guerra e ‘sì’ alla pace; per rispondere con gioia all’invito del Signore che ci chiama”.

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