Papa Francesco: no a “fascino del carrierismo”, “avidità del denaro” e “idolatrie camuffate di spiritualità”

“Pensare di controllare Dio, di rinchiudere il suo amore nei nostri schemi”. È questo, per il Papa, “il rischio che possiamo correre sempre”. Invece, “il suo agire è sempre imprevedibile e perciò domanda stupore e adorazione”, ha spiegato nell’omelia della Messa presieduta nella basilica di San Pietro a conclusione della prima tappa del Sinodo sulla sinodalità. “Sempre dobbiamo lottare contro le idolatrie”, l’invito di Francesco: “quelle moderne, che spesso derivano dalla vanagloria personale, come la brama del successo, l’affermazione di sé ad ogni costo, l’avidità di denaro – il diavolo entra nelle tasche, non dimentichiamolo –  il fascino del carrierismo; ma anche quelle idolatrie camuffate di spiritualità: la mia spiritualità, le mie idee religiose, la mia bravura pastorale”. “Vigiliamo, perché non ci succeda di mettere al centro noi invece che lui”, il monito: “E torniamo all’adorazione. Che sia centrale per noi pastori: dedichiamo tempo ogni giorno all’intimità con Gesù buon Pastore davanti al tabernacolo. Adorare. La Chiesa sia adoratrice: in ogni diocesi, in ogni parrocchia, in ogni comunità si adori il Signore! Perché solo così ci rivolgeremo a Gesù e non a noi stessi; perché solo attraverso il silenzio adorante la Parola di Dio abiterà le nostre parole; perché solo davanti a Lui saremo purificati, trasformati e rinnovati dal fuoco del suo Spirito”.

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