Papa Francesco: Angelus, “Dio non ci ha creati per la tomba”. “Ognuno di noi sia vicino a quanti sono nella prova”

foto SIR/Marco Calvarese

“Qui tocchiamo con mano che Dio è vita e dona vita, ma si fa carico del dramma della morte”. Così il Papa, guidando la recita dell’Angelus trasmesso in diretta streaming dalla biblioteca privata del palazzo apostolico, ha commentato il Vangelo odierno della risurrezione di Lazzaro. “Gesù avrebbe potuto evitare la morte dell’amico Lazzaro, ma ha voluto fare suo il nostro dolore per la morte delle persone care, e soprattutto ha voluto mostrare il dominio di Dio sulla morte”, ha spiegato Francesco: “Nel Vangelo vediamo che la fede dell’uomo e l’onnipotenza dell’amore di Dio si cercano e infine si incontrano. Lo vediamo nel grido di Marta e Maria e di tutti noi con loro: ‘Se tu fossi stato qui!..’. E la risposta di Dio non è un discorso, la risposta di Dio alla morte è Gesù: ‘Io sono la risurrezione e la vita… Abbiate fede! In mezzo al pianto continuate ad avere fede, anche se la morte sembra aver vinto. Togliete la pietra dal vostro cuore! Lasciate che la Parola di Dio riporti la vita dove c’è morte’. “Anche oggi Gesù ci ripete: ‘Togliete la pietra’”, ha esclamato il Papa: “Dio non ci ha creati per la tomba, ci ha creati per la vita, bella, buona, gioiosa”. Ma “la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo”, dice il Libro della Sapienza, e Gesù Cristo “è venuto a liberarci dai suoi lacci”. “Siamo chiamati a togliere le pietre di tutto ciò che sa di morte”, l’appello di Francesco: “l’ipocrisia con cui si tante volte si vive la fede, è morte; la critica distruttiva verso gli altri, è morte; l’offesa, la calunnia, è morte; l’emarginazione del povero, è morte. Il Signore ci chiede di togliere queste pietre dal cuore, e la vita allora fiorirà ancora intorno a noi”. “Senza Cristo, o al di fuori di Cristo, non solo non è presente la vita, ma si ricade nella morte”, ha concluso il Papa: “Il cristiano è una creatura per la vita, e che va verso la vita. Ognuno di noi sia vicino a quanti sono nella prova, diventando per essi un riflesso dell’amore e della tenerezza di Dio, che libera dalla morte e fa vincere la vita”.

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