Taizé: messaggi dei leader cristiani ai giovani, “diventate messaggeri di speranza” in questo tempo di crisi e paura

Di fronte alle prove della crisi sanitaria, i giovani devono trovare il coraggio della speranza ed essere nel mondo “messaggeri di consolazione e gioia” per sconfiggere ogni paura e incertezza. Questo il messaggio che i leader delle Chiese cristiane hanno voluto inviare quest’anno ai giovani che da domani si ritroveranno su una “piattaforma” online per il 43° Incontro internazionale di preghiera animato dalla comunità di Taizé. “L’anno 2020 che sta volgendo al termine – scrive il Patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I – ha portato con sé incertezze, sofferenze e tristezza. All’alba del 2021 stiamo finalmente vedendo il bagliore di una luce, piccola e fragile, una via d’uscita dalla crisi che dovremo comunque attendere con pazienza. Tali crisi, soprattutto quando sono così globali, sono rivelatrici della fragilità della nostra umanità e della nostra profonda dipendenza dall’amore di Dio che non smette di abbracciarci, anche quando abbiamo smesso di crederci”. “Possa il Signore tendere la sua mano benevola al nostro pianeta e a tutti i suoi abitanti per liberarci il più rapidamente possibile da questa prova”, è la preghiera di Bartolomeo. Nel suo messaggio, anche il Patriarca di Mosca Kirill fa riferimento alla pandemia e dà voce ad una serie di interrogativi: “come possiamo avere speranza quando la pandemia infuria da quasi un anno, causando sofferenze fisiche, psicologiche e spirituali ed una crisi dalle profonde conseguenze socio-economiche?”. “Che senso hanno le nostre preghiere visto che non sembrano influenzare l’esito dell’epidemia?”.

“Tutti questi interrogativi ci costringono ad un esame di coscienza”. “La speranza cristiana – scrive Kirill – nasce direttamente da una resa totale di se stessi, della propria vita e del proprio lavoro nelle mani di Dio; solo allora ci accorgeremo che la sua luce non si indebolirà nell’oscurità di questo mondo”. “Non abbiate paura”: è questo il messaggio che da Londra, l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, fa arrivare quest’anno ai giovani di Taizé. “In tutto il mondo, le persone stanno affrontando la minaccia invisibile sotto forma di virus Covid-19 che, tuttavia, diventa visibile nella malattia e nella sofferenza”. “In queste circostanze, può insorgere la paura: paura della malattia e della morte, o per il nostro futuro e il nostro benessere. Ricordiamoci però il messaggio dell’angelo: un messaggio di conforto e gioia: ‘Non abbiate paura’“. Da qui l’invito ai giovani perché possano anche loro in questo tempo di incertezza diventare “tutti messaggeri di consolazione e gioia per coloro che sono pieni di paura o la cui speranza sta svanendo”. Il Pastore Christian Krieger, presidente della Conferenza delle Chiese Europee (Kek), apre ai giovani l’orizzonte di tutte le sfide che attraversano il mondo dalla crisi sanitaria all’emergenza climatica, il riemergere delle tensioni internazionali, fino alla tragedia della migrazione con l’urgenza di trovare al più presto “una risposta umana ai nostri fratelli e sorelle che stanno annegando nel mare Mediterraneo”. “Di fronte alle conseguenze sociali ed economiche dell’attuale crisi pandemica – scrive Krieger -, i cristiani hanno la vocazione ad essere portatori di fiducia e testimoni di speranza”. Hanno inviato messaggi anche il segretaria della Federazione literana mondiale Rev. Martin Junge, il Segretario del Forum cristiano Mondiale, Casely Baiden Essahmuah e il Segretario generale ad interim del Consiglio mondiale delle Chiese, padre Ioan Sauca.

 

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