Giubileo malati e sanità: “Isola Art”, arte e bellezza al servizio dei pazienti oncologici di Roma

Si chiama “Isola Art” il progetto ideato nell’ospedale Isola Tiberina Gemelli Isola Roma per migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici attraverso l'arte e la bellezza. Musica e film durante le terapie, visite guidate riservate a musei e siti archeologici come il Colosseo, questa la cura presentata dal prof. Valentini perché in questo modo, “la probabilità di guarigione è maggiore”

(Foto Calvarese/SIR)

Nel cuore di Roma, nell’Ospedale Gemelli Isola, prende vita un progetto che unisce arte, bellezza e cura oncologica: Isola Art. L’iniziativa, presentata da Vincenzo Valentini, direttore del Centro di eccellenza di oncologia radioterapica medica e diagnostica per immagini, mira a trasformare il percorso dei pazienti oncologici attraverso l’esposizione alla bellezza.

“Un paziente oncologico è una persona esposta a un terremoto esistenziale”,

spiega Valentini presentando il nuovo modo di approccio alla malattia, che parte dalla convinzione che una diagnosi di tumore stravolga la vita quotidiana, le relazioni e la percezione del futuro ai pazienti che, oltre a cercare le migliori cure mediche, hanno bisogno di un supporto umano che li aiuti a dare un senso alla loro esperienza. Ritrovando un senso a quello che stanno vivendo, si può quindi trasformare la malattia in un’occasione di crescita e resilienza. Il progetto Isola Art introduce negli ambienti di cura “attivatori di senso”, come opere d’arte, scenari naturali e attività artistiche, tra cui la danza.

“Abbiamo raccolto forti evidenze scientifiche che le persone che si sono lasciate attivare attraverso una rilettura più profonda di quello che stava avvenendo hanno potuto avere un migliore risultato oncologico, guarire di più, affrontare meglio la cura”, afferma Valentini che presenta anche le esperienze culturali per i pazienti, comprese nel progetto grazie a collaborazioni con istituzioni museali e archeologiche, che organizzano visite private a siti come il Museo Colonna, le Terme di Caracalla ed il Colosseo, per creare una “relazionalità generativa nei luoghi della bellezza”. Ad avvalorare l’impegno in questa direzione, gli studi scientifici che dimostrano come l’esposizione alla bellezza riduce i fastidi delle terapie, la tossicità dei trattamenti e aumenta la probabilità di guarigione. Un beneficio che influenza anche il personale sanitario, che si nutre della gratitudine che il paziente ha quando è accolto.

“La bellezza non solo aiuta i pazienti a superare la malattia, ma può trasformare la loro esperienza di vita in un’opportunità di crescita e resilienza”,

le parole di Valentini che sottolinea come il progetto Isola Art risponda alle raccomandazioni dell’Oms-Organizzazione mondiale della sanità, che suggerisce di integrare l’arte nelle terapie per migliorare il benessere dei pazienti. Un progetto testato già sul campo con la visita al Colosseo, dove il pensiero di un paziente 80enne, Bruno Panzironi per la prima volta dentro l’arena capitolina, testimonia la validità dello stesso, “Io sono religioso, ho incontrato due volte Papa Woytila e adesso ho incontrato gli angeli. È sempre lui (Dio ndr) che mi sta assistendo”.

Anche la coordinatrice del DH di oncologia dell’Ospedale Gemelli Isola, Daniela D’Andrea, sottolinea l’importanza di queste esperienze di socializzazione per i pazienti, utili a rafforzare i legami tra pazienti, famiglie e operatori sanitari, “Sono pazienti che noi incontriamo tutti i giorni in ospedale, quindi abbiamo un rapporto diretto con loro, ma incontrarli al di fuori del contesto ospedaliero è veramente una grande ricchezza”.

Tra i visitatori del Colosseo anche Luna De Luca Bianchi, fondatrice dell’associazione di volontariato “1 vale 100” per il supporto a pazienti, familiari e personale medico in tutte le fasi di ospedalizzazione, che appoggia in pieno il progetto, “Un paziente che si sente accudito e amato, non è soltanto una cartella in un ospedale ma è un essere umano che viene accompagnato nel cammino della cura”. Un processo innovativo di cura che amplia servizi e spazi, finendo anche fuori dalle mura dell’ospedale, in ambienti ed esperienze che vogliono aiutare i pazienti a capire il senso del perché della loro malattia e della fatica che devono affrontare per curarla. “Grazie alla sensibilità del parco archeologico del Colosseo”, dichiara Vincenzo Valentini in al termine dell’esperienza,

“oggi abbiamo fatto una terapia nuova per i nostri pazienti”.

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