Festival di Sanremo. I momenti salienti della prima serata tra standing ovation e commozione

Piccole o grandi, è stata una serata di emozioni, la prima del Festival (11 febbraio) segnata da tre standing ovation per Cristicchi, per il duetto Noa e Mira Awad e infine per Giorgia. Sul palco anche Jovanotti che ricorda san Francesco d’Assisi

(Foto ANSA/SIR)

Piccole o grandi, è stata una serata di emozioni, la prima del Festival. Jovanotti, travolgente come al solito, ha presentato un mash-up dei suoi successi e “Fuori onda”, il singolo che lancia il nuovo album “Il corpo umano”. Il pezzo fa riferimento all’attualità delle guerre: “Che mi hai chiesto come va e ti aspetti risponda, oh yeah, come in Russia e Ucraina, Tel Aviv e Palestina”. Lorenzo Cherubini (questo il nome dell’artista cresciuto in Vaticano, il padre fu gendarme di Giovanni XXIII) ha citato anche san Francesco, accennando al grave infortunio del 2023: “Si è azzoppato il mio ‘fratello asino’, Così chiama il corpo il santo di Assisi, di cui sono grande fan”.

(Foto ANSA/SIR)

“Quando sarai piccola”. Non ha deluso le aspettative “Quando sarai piccola” di Simone Cristicchi. Anzi, le ha superate: tra i cinque pezzi migliori secondo la giuria stampa, tv e web, il brano di una dolcezza rara nell’estrema profondità dell’argomento, il declino della madre anziana, ha commosso l’intero Ariston e il cantautore romano stesso, con gli occhi lucidi a fine esecuzione. Prima canzone a ricevere una standing ovation,

“Con ‘Quando sarai piccola’ sto combattendo una guerra come Davide contro Golia.

La poesia non si deve basare sui numeri, ma su altri parametri imponderabili. Sta avvenendo l’imponderabile, un artista come me ha l’opportunità di fare ascoltare il suo pezzo a milioni di persone e considero il riscontro una grandissima sorpresa” dichiara. Cristicchi ha ricevuto i ringraziamenti da parte di numerose associazioni che si occupano di Alzheimer: “Il senso del brano è un messaggio più spirituale che medico. Va oltre una patologia, parla del ciclo della vita: per questo nel mio racconto si ritrovano che vivono situazioni del genere” precisa.

Le premesse di un’esibizione straordinaria c’erano tutte, per il loro duetto, e Noa e Mira Awad hanno lasciato senza fiato la platea, vicina e lontana. Per l’occasione le due artiste, rispettivamente israeliana e palestinese, hanno interpretato “Imagine” di John Lennon, fondendo tre lingue: ebraico, arabo e inglese. Noa spiega: “Non abbiamo modificato il brano, l’abbiamo tradotto. Mi piace molto la parte che dice ‘nessuna religione’, perché la religione dovrebbe essere amore, inclusione e rispetto. Paesi, religioni, dobbiamo essere tutti uno”. Awad ha dichiarato che la sua strofa preferita è “quella di ‘nessun Paese’. I Paesi sono un’invenzione dell’uomo; penso che possiamo reinventare questo modello, non sempre funziona”. Un frammento – parlato, in italiano a voci alternate – l’hanno scritto a quattro mani:

“Noi artisti non abbiamo il compito di descrivere la realtà, ma di immaginare quella che vogliamo creare. Immaginiamo che l’intera famiglia umana viva in sicurezza, in libertà. Immaginiamo prosperità, riconciliazione, e che tra un anno torneremo qui a festeggiare un vero accordo di pace”.

Gli applausi per queste testimoni di rispetto, speranza e pace sono cominciate in quel momento e si sono trasformati in una standing ovation finale. La seconda dello show.

La terza e ultima è arrivata subito dopo. Se l’è meritata Giorgia, tra favoriti alla vittoria ancora prima che iniziasse il Festival. Con una esecuzione impeccabile e piena di sentimento, la cantautrice alla sua quinta partecipazione ha convinto tutti (compresa la giuria impegnata a votare, che l’ha inserita nella top 5) e non si è separata dalla medaglia miracolosa nemmeno sul palco. “La cura per me” parla dell’amore che aiuta a superare la paura e la solitudine. “L’idea mi è venuta quando mi sono resa conto che avevo un’idea sbagliata dell’amore. Appartengo alla generazione cresciuta con il cartone animato “Candy Candy”, che ci ha trasformate tutte in infermiere. Ho imparato a mettermi a nudo, in discussione, a non dare niente per scontato in una relazione” spiega.

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