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Terza dose: da fine settembre al via per i più fragili. Laurenti (Gemelli): “Un rinforzo necessario ma dobbiamo anche raggiungere gli ‘esitanti'”

Per la terza dose di vaccino anti-Covid-19 occorre iniziare dai pazienti più fragili, ma per raggiungere l'immunità di gregge è necessario coinvolgere anche chi non si è ancora vaccinato. "Il tema 'esitazione' è importante. Queste persone vanno ascoltate e motivate", afferma la responsabile del Centro di vaccinazione del Policlinico Gemelli

foto SIR/Marco Calvarese

Via libera per immunodepressi, anziani e operatori sanitari. A breve anche l’Italia partirà con la campagna di somministrazione della terza dose di vaccino anti Covid-19. Lo ha confermato, dopo il semaforo verde del ministro della Salute Roberto Speranza a margine del G20 della Sanità, il commissario straordinario all’emergenza, il generale Francesco Figliuolo: “Entro la fine del mese avvieremo le inoculazioni del secondo richiamo che riguarderanno inizialmente una platea di circa 3 milioni di persone, i cosiddetti ‘immuno-compromessi’, cioè quelle persone che hanno bisogno di un aiuto per la risposta del loro sistema immunitario. Per loro già a luglio il Comitato tecnico-scientifico si era espresso circa l’eventualità di effettuare un’ulteriore somministrazione”. Mentre è in corso la riunione della Commissione tecnico scientifica (Cts) dell’Aifa per esprimere una valutazione sulla terza dose di vaccino, abbiamo raggiunto telefonicamente Patrizia Laurenti, direttore dell’Unità di Igiene ospedaliera e responsabile del Centro di vaccinazione del Policlinico Agostino Gemelli Irccs di Roma.

Professoressa, quanto è importante partire il prima possibile con la terza dose?
È certamente prioritario

dare un rinforzo agli immunodepressi, a coloro che, o per la loro situazione patologica o per l’età avanzata, hanno avuto una risposta immunitaria meno potente rispetto a chi ha una normale immunocompetenza.

Sarà la priorità in questo scorcio del 2021. Non dimentichiamoci, però, della terza dose intesa come dose di richiamo per gli operatori sanitari che tra gennaio e febbraio si sono di fatto vaccinati quasi tutti. Per farlo, le strutture sanitarie presso cui lavorano devono cominciare a organizzarsi fin da ora. Nel frattempo occorre ricordare la vaccinazione antinfluenzale, che secondo il ministero della Salute dovrebbe iniziare ai primi di ottobre. Siamo insomma di nuovo a cavallo per quanto riguarda queste due immunizzazioni.

Verrà inoculato vaccino mRna – Pfizer e Moderna – anche a chi ha completato il primo ciclo con Astrazeneca o Johnson&Johnson?
Verosimilmente sì. Ormai la vaccinazione eterologa ha trovato consistenza scientifica e molte esperienze ci dicono che cambiare vaccino dà addirittura una risposta più efficace. Inoltre la produzione dei vaccini mRna è continuata e disponiamo di grandi quantitativi da poter utilizzare.

Oltre agli “irriducibili” no-vax esiste una nutrita categoria di “esitanti”, persone che oltre a non proteggersi stanno rallentando il raggiungimento dell’immunità di gregge nel timore che il vaccino anti-Covid sia un farmaco ancora sperimentale.
Una convinzione non corretta dal punto di vista di ciò che significa “farmaco sperimentale”. Il vaccino anti-Covid ha superato tutte le fasi della sperimentazione clinica, che si sono svolte in maniera più veloce per una concomitanza di eventi: l’urgenza dettata dalla pandemia, la disponibilità di fondi, il confluire di diversi ricercatori in ogni parte del mondo. Alla fase di sperimentazione segue la cosiddetta sorveglianza post-marketing, successiva alla commercializzazione del prodotto utilizzato nella popolazione generale. In questi otto mesi sono state somministrate miliardi di dosi e i dati della sorveglianza sugli eventi avversi sono assolutamente rassicuranti. Per questo

parlare ancora di farmaco sperimentale è un errore concettuale.

Quale sarà la procedura da seguire? Servirà l’autorizzazione dell’Aifa?
In questo caso non è obbligatoria. Sulla base dei dati a disposizione, basati sull’evidenza scientifica, gli Stati dell’Unione europea possono decidere in autonomia senza aspettare una specifica autorizzazione.

Nel frattempo sta prendendo consistenza l’ipotesi di un’introduzione dell’obbligo vaccinale…
A questo punto penso sia necessario per raggiungere quegli oltre 3 milioni di ultra cinquantenni che non si sono vaccinati per motivi indefiniti e a noi non noti. Tuttavia sarebbe preferibile un confronto con loro. Noi siamo disponibili:

il tema “esitazione” è importante; queste persone vanno ascoltate e motivate.

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