Bulgaria alle urne: quadro politico frammentato, riforme necessarie

Domenica 11 luglio il Paese balcanico torna ai seggi vista l’impossibilità di formare un governo dopo le elezioni dello scorso 4 aprile. Secondo il politologo Grigorov è giunta al tramonto l’era del premier uscente Borissov, leader dei conservatori di Gerb. Il partito favorito sembra essere quello dello showman Slavi Trifonov. Ma sarà in grado di formare un esecutivo di coalizione? Nel frattempo la Bulgaria attende riforme per uscire dalla povertà e dalla corruzione latente

(foto SIR/European Commission)

Chiamati alle urne per la seconda volta in soli sei mesi, questa domenica, 11 luglio, i bulgari eleggeranno il nuovo Parlamento. Dopo il voto precedente, svoltosi il 4 aprile, si era formato un Parlamento molto frammentato in cui nessuna forza politica aveva la potenzialità per formare un governo; i conti non tornavano neanche in coalizione e il partito arrivato secondo, guidato dal noto showman Slavi Trifonov – “C’è un popolo come questo” –, non ha voluto correre il rischio di un esecutivo della minoranza. Perciò l’11 maggio, finite le consultazioni e restituito il mandato, il presidente Rumen Radev ha sciolto l’assemblea appena formata e ha dato vita a un governo tecnico guidato dal suo consigliere militare, il generale Stefan Yanev.

Parlamento frammentato. “Il problema è che alle elezioni anticipate si aspetta un risultato molto simile, cioè sempre un Parlamento frammentato e un eventuale governo della minoranza”, afferma al Sir l’analista politico Acen Grigorov (nella foto). E continua: “Questa voglia di cambiamento nella società non è svanita e mentre ad aprile Gerb, il partito conservatore dell’ex premier Boyko Borissov, aveva qualche punto di vantaggio, le previsioni attuali dimostrano che sta scendendo”. Secondo il sondaggio dell’agenzia sociologica Market links, la differenza tra Gerb e “C’è un popolo come questo” è ormai inferiore all’1%, vengono quotati rispettivamente a 19,7% e 18,8%. Al terzo posto arrivano i socialisti con 16,9%, quindi “Bulgaria democratica”, la nuova destra con 12,5%, seguiti dal partito della minoranza turca e “Alzati! Via i mogul!” un po’ sopra della soglia del 4%.

Il tramonto di Borissov. Una cosa è certa: la fine dell’era Borissov, l’ex uomo forte di Sofia al potere da oltre 12 anni, è in atto. Anzi, spiega Grigorov, “è iniziata un anno fa, quando sono uscite le foto e i video di Borissov, allora primo ministro, che dorme nella sua stanza da letto, con la pistola sul comodino e pacchi di banconote da cinquecento euro nel primo cassetto”. “Nessuno ha negato l’autenticità di questi materiali – aggiunge – e Borissov si è nascosto dietro l’orizzonte”. “Si comporta come se domani tornasse al potere ma le cose sono cambiate; e il voto di domenica ne fornirà un’ulteriore conferma”.La prima volta del voto elettronico. Per la prima volta in queste elezioni si voterà obbligatoriamente con macchine di voto che sostituiscono la scheda cartacea. E mentre alcuni analisti hanno dubitato sull’esito di questa decisione, Grigorov è convinto che le macchine “metteranno fine al voto controllato”, un fenomeno ben conosciuto in Bulgaria dove alcuni proprietari di grandi aziende pressano i propri dipendenti per scegliere un partito determinato o in un gruppo etnico o sociale vengono promessi “doni” materiali quali soldi, legna o cibo. “Con il voto elettronico il fattore umano sarà lasciato a parte e i partiti di cui si sospetta un voto controllato riceveranno meno preferenze”.

Sarà possibile formare un governo? La grande domanda di nuovo è se sarà possibile formare un governo. “Piuttosto sarà un governo di tecnici, appoggiato dalle cosiddette formazioni della protesta – C’è un popolo come questo, Bulgaria democratica e Alzatevi! – iniziata un anno fa contro il governo di Gerb”, spiega Grigorov. A suo avviso alcuni dei ministri del governo tecnico potrebbero trovare posto anche nel nuovo esecutivo”. Egli sostiene che “questa volta C’è un popolo come questo avrà più seggi in Parlamento: per la maggioranza servono 121 deputati su un totale di 240 parlamentari e anche la pressione popolare per la formazione di un esecutivo sarà maggiore”. Rimane incerto “se sarà in coalizione” oppure “un governo di esperti”.

Il fenomeno Slavi Trifonov. Si parla tanto dello showman, Slavi Trifonov, notissimo conduttore televisivo, da oltre 20 anni, e celebre cantante. “La sua popolarità politica è legata al suo patriottismo soft, diverso dai nazionalisti”, rileva Grigorov. “Slavi vuole ripristinare l’identità bulgara attraverso le canzoni folkloristiche che elevano le virtù popolari e dando esempi di bulgari di successo. Ciò funziona soprattutto nelle comunità di bulgari all’estero dove Slavi è ben conosciuto grazie ai suoi concerti”. La seconda ragione che l’analista politico indica come importante è “che in lui la gente vede la potenzialità di rimuovere Gerb”.La campagna elettorale. La campagna elettorale è stata comunque fiacca, senza dibattiti. “La maggior parte dei partiti ha posto l’accento sulle visite nelle città fuori Sofia, quasi a voler convincere gli elettori porta a porta”, afferma il politologo. E continua: “È anche questione di soldi, perché i cosiddetti partiti della protesta non hanno fondi come i partiti tradizionali e tutti hanno speso abbastanza nelle ultime elezioni del 4 aprile”. La mancanza dei dibattiti televisivi invece si spiega con il rifiuto dei leader politici di sfidarsi faccia a faccia.

Riforme urgenti. Anche se membro dell’Ue, la Bulgaria rimane il Paese più povero dei 27 ed è spesso accusata di corruzione e di carenza dello Stato di diritto. “L’attuazione delle riforme dipende molto della composizione del governo e della futura maggioranza parlamentare”, dice Grigorov, che illustra “le grandi aspettative di una riforma della giustizia da parte della società, una riforma per ora appoggiata dai tre partiti della protesta, e anche dei socialisti”. “La gente certamente vorrà un modo di governare molto più efficiente e democratico, gestione delle finanze e assegnazione dei fondi europei molto più trasparenti, come anche l’assegnazione degli appalti pubblici con una reale lotta alla corruzione”.

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