La Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio: un santuario per madri e donne in preghiera

La Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio, cuore spirituale dell’Ordine Agostiniano, è un luogo di profonda spiritualità al femminile. Padre Pasquale di Lernia, segretario generale dell’Ordine di Sant’Agostino, racconta l’importanza di figure come Santa Monica, Santa Rita e Chiara da Montefalco, testimoni di fede e riconciliazione. Un legame speciale unisce la Basilica a Papa Leone XIV, particolarmente devoto alla santa di Cascia

(Foto Calvarese/SIR)

Appena varcata la soglia della Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio, si incontra la Madonna del Parto di Jacopo Sansovino. Scolpita tra il 1516 e il 1521, la statua in marmo di Carrara raffigura la Vergine con il Bambino in braccio ed è da secoli oggetto di profonda devozione, soprattutto da parte delle donne in attesa. La tradizione vuole che Sansovino abbia adattato una statua romana raffigurante Agrippina con il piccolo Nerone, trasformandola in un’immagine cristiana della maternità.

(Foto Benotti/SIR)

Nel 1822, papa Pio VII concesse l’indulgenza a chi avesse baciato il piede della Madonna recitando l’Ave Maria; la pratica divenne così diffusa che il piede in marmo si consumò, rendendo necessaria la sua sostituzione con uno in argento.

“Questa è una basilica al femminile – spiega padre Pasquale di Lernia, segretario generale dell’Ordine di Sant’Agostino –. La Madonna del Parto è il simbolo di questa spiritualità: le madri si affidano a lei con una fiducia incrollabile, lasciando qui le loro richieste e i loro ringraziamenti”.

Il cuore delle madri: Santa Monica
Pochi passi separano la Madonna del Parto dal cuore della Basilica, dove riposano le spoglie di Santa Monica, madre di Sant’Agostino. Da secoli, questa chiesa è meta di pellegrinaggio per madri che giungono da tutto il mondo per chiedere la sua intercessione. Padre di Lernia ricorda l’importanza di Monica nella conversione di Agostino, sottolineando come la sua fede incrollabile e la sua tenacia rappresentino un travaglio spirituale per il figlio:

“Senza Monica, probabilmente oggi non avremmo Sant’Agostino. Lei è stata il travaglio spirituale che ha portato alla nascita del santo”.

Le celebrazioni in onore di Santa Monica richiamano ogni anno fedeli dagli Stati Uniti e da molti altri Paesi. “La presenza del corpo di Santa Monica qui – aggiunge padre di Lernia – rende questa Basilica un luogo di pellegrinaggio per tante madri, che vengono a pregare per i propri figli, chiedendo l’intercessione di Monica per guidarli sulla strada della fede”.

Il miracolo di Santa Rita e il legame con Papa Leone XIV

Santa Rita da Cascia è una delle figure centrali per l’Ordine Agostiniano. “Santa Rita – spiega padre di Lernia – è una santa agostiniana, ha vissuto la sua consacrazione proprio seguendo la regola di Sant’Agostino. Era membro della comunità monastica di Cascia, del monastero della Maddalena”. Nella cappella a lei dedicata, spicca l’Estasi di Santa Rita, una tela di Giacinto Brandi che raffigura il momento mistico in cui un raggio di luce partito dal crocifisso colpì la fronte della santa. Padre di Lernia racconta il miracolo avvenuto durante una preghiera: “Il Signore la prese sulla parola e da quel crocifisso partì un raggio di luce che colpì la sua fronte e lì si creò una ferita. Una ferita vera, una ferita che provocava tanto dolore e disagio perché da essa scaturiva anche un po’ di cattivo odore, come tutte quelle ferite che non si chiudono”. L’agostiniano ricorda anche un episodio particolare legato alla canonizzazione di Nicola da Tolentino nel 1436:

“Rita era molto devota a questo santo, ne seguiva sicuramente anche le virtù e non voleva mancare a questo appuntamento. Eppure, lei aveva quella ferita sulla fronte e si sentiva impossibilitata. Ma il Signore sa leggere direttamente nell’intimità del nostro cuore e in quel momento la ferita si sana. Rita ha la possibilità di venire a Roma, poi la ferita ritorna nel momento in cui fa ritorno a Cascia”.

Secondo alcune tradizioni, è possibile che durante quel viaggio a Roma per la canonizzazione di Nicola da Tolentino, Santa Rita abbia pregato proprio nella Basilica di Sant’Agostino, che all’epoca era ancora in costruzione, anticipando un legame spirituale che si sarebbe rafforzato nei secoli.

Il legame tra Papa Leone XIV e Santa Rita

“È una delle sante più conosciute anche nel mondo – sottolinea padre di Lernia – e molto cara anche a Papa Leone XIV”. La figura di Santa Rita, invocata come “donna di pace”, trova grande risonanza nel pontificato attuale, segnato da un forte impegno per la riconciliazione. “Il Papa – aggiunge padre di Lernia – ha ricordato più volte l’importanza di promuovere la pace, e Rita viene invocata proprio per questo: ha messo pace all’interno del paese tra le diverse fazioni, all’interno della sua famiglia e nella comunità monastica di Cascia”.

Chiara da Montefalco, l’eredità spirituale
Accanto a Santa Monica e Santa Rita, la Basilica di Sant’Agostino conserva il ricordo di un’altra grande figura dell’Ordine Agostiniano: Chiara da Montefalco. Mistica e visionaria, Chiara visse la sua esperienza spirituale tra preghiera e contemplazione. Padre di Lernia sottolinea l’importanza di questa figura: “Chiara è una mistica agostiniana, un segno di come la fede possa incarnarsi anche nella sofferenza redentiva. La tradizione vuole che durante una delle sue estasi, Cristo le abbia rivelato i segni della Passione, impressi nel suo cuore”. Per il segretario generale dell’Ordine Agostiniano, Chiara rappresenta un simbolo di dedizione totale alla Passione di Cristo, un cammino di sofferenza e redenzione che lei stessa accetta con assoluta fede. Nella Basilica, fino a poco tempo fa, era possibile visitare una cappella a lei dedicata, ora in restauro.

“Chiara è un esempio di come la spiritualità agostiniana non sia solo contemplativa, ma anche profondamente incarnata nel sacrificio e nella comunione con la Passione di Cristo”, ribadisce padre di Lernia.

Un santuario di fede e preghiera per le donne
La Basilica di Sant’Agostino si configura come un luogo di fede profondamente legato alla spiritualità femminile, uno spazio dove la preghiera e l’intercessione trovano espressione nelle figure di donne forti e determinate. “Questa chiesa – conclude padre di Lernia – è un luogo dove le donne trovano un rifugio spirituale, un santuario di preghiera e di conforto. Qui, tra queste mura, si incrociano preghiere silenziose, speranze, richieste di intercessione. E qui, ogni giorno, Maria continua a vegliare sulle madri e sui loro figli”.

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