
“I nostri gesti esteriori sono simboli di appartenenza e identità spirituale: non devono ancorarci al passato, ma traghettarci verso il futuro”.
Con questa convinzione, Lia Coniglio, vicepresidente della Confederazione delle Confraternite delle diocesi d’Italia, guarda al Giubileo delle Confraternite, in corso dal 16 al 18 maggio, come a un’occasione per riportare al centro il vero significato della pietà popolare. Non solo tradizioni da custodire, ma un impegno concreto di carità e di testimonianza, in dialogo con le sfide della Chiesa e della società di oggi. Il Sir l’ha intervistata.
Il Giubileo delle Confraternite ha ricevuto una particolare attenzione da parte della Chiesa. Perché questo evento rappresenta un passaggio così importante per la valorizzazione della spiritualità popolare e del ruolo delle confraternite?
Il Giubileo 2025 segna nella storia delle Confraternite un momento cruciale. Il Dicastero ha dedicato tre giornate specifiche alle Confraternite, segno dell’attenzione costante che gli ultimi Pontefici hanno dimostrato.
Papa Francesco ha definito le Confraternite come espressione viva della spiritualità popolare. La nostra missione è quella di mantenere vivo e rafforzare il legame tra fede e culture di appartenenza, rendendo la spiritualità popolare uno strumento di evangelizzazione.
Papa Francesco ha spesso richiamato il valore della pietà popolare, mettendo in guardia dai rischi di una sua riduzione a folclore. Come vive il mondo confraternale questa tensione tra tradizione e rinnovamento?
Certamente esiste il rischio di ridurre i nostri riti e gesti caratteristici – processioni, abiti, stendardi – a semplici elementi folcloristici. Ma non dobbiamo dimenticare che questi sono simboli di appartenenza e identità spirituale. Papa Francesco ha insistito molto sulla necessità di superare questo rischio, affinché la vera spiritualità non venga oscurata dagli aspetti esteriori. Si tratta di traghettare queste tradizioni verso un futuro di riscoperta, in linea con ciò che la Chiesa ci chiede.

(Foto Siciliani – Gennari/SIR)
Quale messaggio auspica che emerga da questo Giubileo delle Confraternite verso la società e la Chiesa?
Occorre guardare avanti, raccogliendo le nuove sfide restando ancorati ai principi del Magistero e della Dottrina sociale della Chiesa. Dobbiamo rinnovarci, riscoprendo la nostra identità e il valore della pietà popolare. In particolare, dobbiamo puntare sulle opere di misericordia corporale, che sono la traduzione concreta della nostra spiritualità. Inoltre, è fondamentale rafforzare la formazione delle confraternite, per una crescita sia spirituale sia di consapevolezza del proprio ruolo e dei propri doveri.
Quando parla di opere di misericordia corporale, a cosa si riferisce concretamente?
Le Confraternite sono nate proprio con questa missione: soccorrere poveri, malati, defunti. Abbiamo costruito ospedali, cimiteri, farmacie, scuole, colmandone le lacune laddove lo Stato era assente. È stato un vero e proprio welfare sociale ante litteram, gestito direttamente dai confratelli.
Oggi dobbiamo riscoprire queste opere, adattandole alle esigenze attuali, in un linguaggio comprensibile anche alle nuove generazioni.
Oggi le Confraternite rappresentano una realtà numericamente imponente, ma spesso poco valorizzata. Cosa si può fare per far emergere questa realtà?
È vero, la nostra spiritualità popolare è stata a lungo percepita come una realtà di “serie B”. Ma negli ultimi anni qualcosa sta cambiando. Il Forum paneuropeo delle Confraternite, nato nel 2020 a Lugano, ha creato una rete tra le Confraternite di diversi Paesi europei e anche oltre. Fare rete significa superare la semplice sommatoria di esperienze, lavorare su progetti comuni, rispettando le specificità di ciascuno. Questa è la strada per far emergere il nostro vero valore.
Quali sono le sue aspettative per il Giubileo 2025 e per il futuro delle Confraternite?
Dal Giubileo mi aspetto una valorizzazione autentica della missione confraternale, sia da parte nostra che dei media. Dobbiamo riscoprire e rilanciare le nostre opere di misericordia, aggiornandole al linguaggio di oggi. Fondamentale sarà rafforzare la formazione per una maggiore consapevolezza del nostro ruolo. E infine, credo molto nel Forum paneuropeo come rete sovranazionale per dare alle Confraternite uno spazio di collaborazione e crescita comune.

(Foto Siciliani – Gennari/SIR)