La teologia del popolo secondo Papa Francesco

“L'essere umano è sempre culturalmente situato, natura e cultura sono strettamente necessari” con questa frase di Papa Francesco si è aperta la presentazione e il relativo dibattito, sul libro del giovane Dante Monda presso la sede dei missionari vincenziani a Roma lo scorso sabato, nel parco-orto di “Mediterranea Rete”. Il volume, edito da Morcelliana dal titolo “Papa Francesco e il popolo. Una sfida per la Chiesa e la democrazia” è il brillante inizio di una ricerca che l'autore fa del magistero di Bergoglio con particolare attenzione alla sua "teologia politica"

(Foto Morcelliana)

“L’essere umano è sempre culturalmente situato, natura e cultura sono strettamente necessari” con questa frase di Papa Francesco si è aperta la presentazione e il relativo dibattito, sul libro del giovane Dante Monda presso la sede dei missionari vincenziani a Roma lo scorso sabato, nel parco-orto di “Mediterranea Rete”. Il volume, edito da Morcelliana dal titolo “Papa Francesco e il popolo. Una sfida per la Chiesa e la democrazia” è il brillante inizio di una ricerca che l’autore fa del magistero di Bergoglio con particolare attenzione alla sua “teologia politica”. A discutere con l’autore del saggio erano presenti Giovanni Grasso, giornalista di lungo corso e attualmente Consigliere per la stampa e la comunicazione della Presidenza della Repubblica, e Tommaso Giuntella inviato politico di Rai3. Al centro del dibattito la nozione di “popolo” nel magistero di Papa Francesco e la stretta correlazione tra la “comunità” e la giusta “narrazione” della stessa secondo l’assunto che ogni popolo nasce anche dal racconto che fa di se stesso.
Per Grasso “il magistero di Francesco è certamente profetico”, in quanto prima di altri ha compreso la crisi della democrazia occidentale e della partecipazione che ha escluso via via la parte maggioritaria della popolazione. “Egli – ha proseguito il Consigliere di Mattarella – indica tematiche che dovranno essere al centro dell’agenda politica dei nostri paesi. Il suo insistere continuamente sulla crisi climatica racconta della sua preoccupazione rispetto alle pesanti ricadute economiche e sociali che tali crisi avrà sofferenza popoli e paesi”. Secondo Grasso “la nostra è una politica asfittica, che guarda che al breve periodo. Per questo il Papa mette il dito nella piaga della scarsa lungimiranza dell’Occidente”.
“Il tema alto, globale, del clima – ha detto durante suo intervento Dante Monda, autore del libro, docente di storia e filosofia –, come la freccia scagliata in alto per andare più lontano secondo l’immagine di Machiavelli, ci dice che dobbiamo guardare più in profondità se vogliamo capire che la crisi che investe l’Occidente da oltre trent’anni è più il segno di una transizione se non addirittura di un collasso”. Ma la riflessione del Papa è sempre stata un insieme di “et … et”, come ricorda e conferma la celebre locuzione “il pastore deve avere l’odore delle pecore” che per il giornalista Tommaso Giuntella è il segno inequivocabile di una compartecipazione della Chiesa “alla costruzione di un popolo. Stare tra la gente – ha sottolineato l’inviato politica della Rai – vuol dire assecondare l’emergere di una comunità”; vuol dire emersione che è anche movimento perché “questo Papa è autore di un pensiero aperto, legato alla frontiera, alla ricerca della periferia umana ed esistenziale”. Non dice andate, ma andiamo. Del resto “aiutare il prossimo, non è solo un precetto morale e religioso, ma un insegnamento con precisi risvolti politici” ha aggiunto ancora Giovanni Grasso.
La serata, oltre che opportunità di assistere ad una discussione franca, è stata anche l’occasione di proporre una raccolta di fondi per le iniziative di Mediterranea Rete, l’associazione culturale nata nel 2018 da un progetto della Società di San Vincenzo de Paoli che ha messo a disposizione un parco di due ettari di fianco a Villa Doria Panphilj e la Cooperativa Medihospes che gestisce diversi Centri di accoglienza SPRAR a Roma. Un progetto che si avvale del contributo di amici giardinieri, ortolani, artisti, grafici, stilisti, architetti, designer e grazie al sostegno e a collaborazioni con associazioni, enti e università, da un lato intende sfruttare le potenzialità del terreno a disposizione e dall’altro cerca sviluppare le capacità e le risorse del gruppo di migranti che provengono prevalentemente dall’Africa Subsahariana al Medio Oriente. Una molteplicità di attività che giorno dopo giorno crea una piccola comunità di lavoro molto coesa e ricca di risorse e competenze. Tra queste, anche la capacità di fabbri e falegnami con i quali si avvia da subito la costruzione di elementi come tavoli, panche, bancali per il vivaio, realizzati esclusivamente con materiali poveri o di scarto.

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