Azione cattolica: sempre al servizio della Chiesa e del Paese

La storia dell’Azione cattolica italiana è intrecciata in modo stretto con quella del nostro Paese. Del resto lo dice l’anagrafe: l’unità d’Italia è datata 1861, i primi vagiti dell’Ac risalgono, grazie alla “Società della gioventù cattolica italiana” di Mario Fani e Giovanni Acquaderni, al 1867. Ma, in realtà, l’intreccio tra Ac e Italia va molto oltre alla carta d’identità e si snoda attraverso la storia e, soprattutto, si esplicita in volti e nomi di donne e uomini che hanno saputo dare molto alla Chiesa italiana e all’intero Paese

(Foto Azione cattolica italiana)

La storia dell’Azione cattolica italiana è intrecciata in modo stretto con quella del nostro Paese. Del resto lo dice l’anagrafe: l’unità d’Italia è datata 1861, i primi vagiti dell’Ac risalgono, grazie alla “Società della gioventù cattolica italiana” di Mario Fani e Giovanni Acquaderni, al 1867. Ma, in realtà, l’intreccio tra Ac e Italia va molto oltre alla carta d’identità e si snoda attraverso la storia e, soprattutto, si esplicita in volti e nomi di donne e uomini che hanno saputo dare molto alla Chiesa italiana e all’intero Paese. Basti pensare al contributo della beata Armida Barelli all’emancipazione delle ragazze e delle donne, di Gino Pistoni e del beato Teresio Olivelli alla resistenza (ma come dimenticare Tina Anselmi, così come in quegli anni i beati Alberto Marvelli e Odoardo Focherini, solo per citare qualche nome?), e potremmo continuare con il contributo di tanti soci alla costituente e alla vita politica non solo del primo dopoguerra. Un solo nome, per tutti: Vittorio Bachelet a cui è stato appena dedicato il Palazzo dei Marescialli, sede del Consiglio superiore della magistratura.

Fin qui, però, sembra semplicemente un’operazione nostalgia, con un sottofondo in bianco e nero e il ricordo dei “bei tempi andati”. E invece la domanda da porci è: quale è il contributo che oggi l’Azione cattolica italiana offre all’Italia? Cosa significa l’Ac per il Paese, per i territori che lo compongono, per le comunità locali? E, ancora, come questo contributo può essere portato a valore per tutti?
Raccontare l’Ac oggi, significa naturalmente parlare di laiche e laici impegnati nella vita della Chiesa, per vivificare le parrocchie, per ampliare il respiro delle realtà ecclesiali, ma significa anche mettere al centro una realtà di persone che si spendono con generosità e passione a favore del tessuto sociale dei vari territori. Una realtà viva e presente nel 2024: l’Azione cattolica è una rete fitta di nomi e volti che sovente si mettono a disposizione per le proprie città e i propri paesi. Lo dimostrano i dati del Bilancio di Sostenibilità e lo testimonia chiunque conosca o abbia incrociato la vita dell’associazione: ovunque vi sia l’esperienza associativa, anche dove l’Ac sembra essere meno strutturata, ci sono soci che spendono tempo, energie e fatica per gli altri. E lo fanno perché la proposta formativa dell’Azione cattolica è naturalmente missionaria, porta quasi senza accorgersene a (come dice il sottotitolo del libro del presidente Notarstefano) “prendersi cura della vita di tutti”. Questo andare “Verso noi”, citando il titolo dello stesso volume, fa sì che l’attenzione al tessuto sociale e civile, esca dai cammini formativi e dagli incontri dei gruppi e diventi vita concreta e tangibile. È proprio dal ricco impianto formativo che in Azione cattolica si cresce, fin da piccoli anzi forse soprattutto da piccoli, nella ricerca del bene comune, una ricerca che prende sostanza nell’attenzione per il territorio, nella cura delle ragazze e dei ragazzi, nella vicinanza ai fragili e a chi soffre, nella ricerca della pace, nell’impegno politico, nella cura del Creato e in tante altre forme.
Parlavamo del Bilancio di Sostenibilità, allora prendiamo qualche dato: i soci sono 221.598, per il secondo anno consecutivo in aumento dopo il calo dell’anno peggiore del Covid, di questi oltre 38mila sono responsabili associativi e ben 42mila educatori e animatori nei quasi 18mila gruppi (tra quelli dell’Acr, dei giovanissimi, dei giovani e degli adulti) che sono presenti nelle 5mila parrocchie e comunità dove l’Associazione è presente. Sono almeno 20mila i soci inseriti anche nel volontariato, 2.500 quelli direttamente impegnati in politica, quasi 7mila i sacerdoti assistenti. E tutte queste persone mettono gratuitamente a disposizione più di 16 milioni di ore all’anno per la Chiesa, per l’Associazione, per il territorio e le comunità locali.

Quando pensiamo all’Azione cattolica italiana, dunque, è giusto e bello pensare a quello che ha saputo donare negli anni, ma anche e forse soprattutto a quello che può donare e sta donando oggi. L’Associazione naturalmente si spende al servizio della vita del Paese e, attraverso questo, alla vita delle donne e degli uomini, delle giovani e dei giovani, delle ragazze e dei ragazzi. Perché, con le parole di Papa Francesco, vogliamo accompagnarci tra di noi e accompagnare la vita di “todos, todos, todos”.

(*) vice presidente nazionale per il settore adulti di Ac

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