Chiara di Assisi. Contemplando il Crocifisso, diviene donna di dono

Forse è giunto il momento di chiederci chi o che cosa stiamo cercando, dove crediamo di trovare la felicità. Se riflettiamo sulla nostra esistenza possiamo individuare gli elementi che non ci consentono di vivere il Vangelo da persone umane e decidere di spogliarci per camminare nella libertà di Cristo

foto SIR/Marco Calvarese

Chiara di Assisi, donna profondamente umana che fonda la sua esistenza su Cristo povero e crocifisso, vivendo alla lettera il Vangelo, ancora oggi con la sua esperienza ci può far cogliere l’attualità di una vita donata fino in fondo per amore. La sua profonda fede le ha permesso di compiere delle scelte anche impopolari nel suo tempo: lasciare tutto, vivendo senza possedere alcuna certezza, per dedicarsi alla ricerca appassionata di Cristo povero e crocifisso e della sua conformazione a Lui e testimoniare nella vita la reale cura di Dio per l’umanità.

E noi dove stiamo andando?

Nel nostro tempo spesso vaghiamo senza una direzione. Sembra che tutto giri intorno a noi. Spesso non ci rendiamo conto che rischiamo di paralizzare il corso della vita perché siamo fermi, travolti da mille pensieri a volte inconsistenti. Siamo trascinati dai bisogni anche superflui e immediati che appagano nell’attimo presente, ma che a volte impoveriscono la nostra esistenza. Chiara che vive ogni attimo alla presenza del Signore, ci offre a distanza di tempo una pista da seguire: coltivare giorno per giorno la relazione con Gesù, per imparare a dare valore a ciò che veramente è importante per la vita, in un cammino di liberazione di tutto quello che non permette di curare le relazioni con tutti e con tutto. Illuminata sempre dal senso della sua vita, Cristo e il Vangelo, accetta con fede ogni accadimento, non si arrende mai di fronte alla difficoltà, perché incarna la modalità appresa nel Vangelo di Gesù Cristo e da Francesco: vivere sine proprio, per poter rimanere sempre in relazione con Dio, con le persone e con il creato. In questo tempo in cui vige l’attacco continuo verso l’altro, Chiara ci aiuta ad essere miti di cuore, incarnando il Vangelo. Vivendo sotto lo sguardo d’amore del Signore, ascolta non solo nella sua vita, ma anche in ogni essere vivente la presenza di Dio.

Contemplando il Crocifisso povero, Chiara diviene donna di dono.

Sceglie di vivere fino in fondo l’esperienza della vita nella sua interezza, accogliendo ogni attimo alla luce del Crocifisso.
Fermarsi davanti al Signore, curare la preghiera, ascoltare il Signore che parla personalmente a ciascuno di noi e che ci invia nella stabilità o per le strade del mondo, oggi è urgente, per qualificare il nostro Battesimo.Noi credenti utilizziamo tante energie per organizzare degli incontri spirituali…ma non ci rendiamo conto che molte volte il grande assente è Dio! Spesso tutto inizia con noi e finisce con noi… Abbiamo paura di sollevare lo sguardo o di connetterci con Dio che abita, attraversa e anima la nostra esistenza e quella degli altri.Il riferimento costante della vita di Chiara è Cristo sulla croce che, completamente spoglio, per amore dona la sua vita per tutti. Contemplando Gesù, si libera di ciò che ostacola il dono gratuito di sé al Signore, alle sorelle e a tutte le persone. Si impegna ad essere donna riconciliata a tutti i livelli. Come viviamo oggi il Vangelo nella quotidianità? Siamo consapevoli che in qualsiasi istante siamo alla presenza di Dio, anche quando ce ne dimentichiamo? Chiara impara da Cristo povero e crocifisso ad essere donna di relazione. Chiede alle sorelle di non usare una comunicazione aggressiva, di imparare a gestire i conflitti, di comprendere e perdonare chi ha sbagliato. Esorta a far memoria di tutte le volte in cui hanno ricevuto il perdono di Dio e delle sorelle. Le invita a rimanere sempre in relazione come ha fatto nella sua vita Gesù che ha perdonato chi lo ha rinnegato, chi lo ha tradito. Quale significato hanno per noi le relazioni? Come oggi possiamo comporre una nuova realtà relazionale fondata sul Vangelo, per testimoniare la bellezza dell’umanità riconciliata? In che modo impegnarci a dare un volto umano alla società in cui viviamo, per ricomporre con passione la cura del bene comune? Chiara e Francesco vivono alla lettera il Vangelo e la contemplazione della Parola permette loro di assumere lo stile di Cristo nel quotidiano. Hanno nel cuore la realizzazione di un unico progetto: vivere come Gesù.

Oggi spesso siamo insoddisfatti, dimostriamo la fame di potere, combattiamo per la difesa dell’idolo di se stessi e dell’individualismo esasperato che annulla ogni senso da dare alla vita e la presenza di ogni altro.

E Chiara, pur nella stabilità di un monastero, è felice di vivere, perché ha capito alla scuola di Gesù Cristo che ciò che rende felici è il dono costante di sé nella gratuità ad ogni essere vivente.

Forse è giunto il momento di chiederci chi o che cosa stiamo cercando, dove crediamo di trovare la felicità. Se riflettiamo sulla nostra esistenza possiamo individuare gli elementi che non ci consentono di vivere il Vangelo da persone umane e decidere di spogliarci per camminare nella libertà di Cristo. Qual è il senso della nostra vita di battezzati oggi e come lo testimoniamo? Siamo in grado di gridare tutta la gioia di vivere come Chiara che, alla fine della vita, prega: “Tu, Signore, sii benedetto, lo quale me hai creata”?

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