Mani tese

“Tendi la tua mano al povero” è la frase del libro del Siracide (7,32) che papa Francesco ha posto a titolo del suo messaggio per la IV Giornata mondiale dei Poveri che si celebra domani. Abituati ormai a tante “giornate”, spesse volte scivolano via dalla nostra vita come se niente fosse, rimandando ogni volta l’interesse all’anno successivo. Diamoci una piccola scossa perché non succeda anche per questa Giornata dei Poveri 2020.

“Tendi la tua mano al povero” è la frase del libro del Siracide (7,32) che papa Francesco ha posto a titolo del suo messaggio per la IV Giornata mondiale dei Poveri che si celebra domani. Abituati ormai a tante “giornate”, spesse volte scivolano via dalla nostra vita come se niente fosse, rimandando ogni volta l’interesse all’anno successivo. Diamoci una piccola scossa perché non succeda anche per questa Giornata dei Poveri 2020.
La povertà aumenta nel nostro Paese e nel mondo intero. Il nuovo rapporto di Caritas Italiana dal titolo Gli anticorpi della solidarietà, pubblicato nel 2020, rileva che nell’ultimo anno gli utenti approdati ai centri d’ascolto sono aumentati dal 31% al 45% e conferma la debolezza atavica di alcune categorie: famiglie numerose e quelle con figli minori, i cittadini stranieri, i cittadini con una minore istruzione.
La situazione si è aggravata per via della pandemia in corso e colpisce categorie che prima ne erano immuni: molti – soprattutto gli autonomi – hanno perso il lavoro. La diffusione di quello sommerso e semi-sommerso segna il percorso dei più fragili, togliendo loro ogni possibilità di futuro e di riscatto sociale. Sono emerse, inoltre, altre forme di vulnerabilità, con disagi più difficili da individuare perché nascosti tra le mura domestiche, nei silenzi delle persone, nell’interruzione dei rapporti: sono esplosi il disagio psicologico-relazionale, i problemi connessi alla solitudine e forme depressive, cresciuti rispettivamente dell’86,4%, dell’82,2% e del 77,5%.
Papa Francesco ci invita a tendere le nostre mani a chi ha bisogno: “In questi mesi – scrive – nei quali il mondo intero è stato come sopraffatto da un virus che ha portato dolore e morte, sconforto e smarrimento, quante mani tese abbiamo potuto vedere! La mano tesa del medico che si preoccupa di ogni paziente, cercando di trovare il rimedio giusto. La mano tesa dell’infermiera e dell’infermiere che, ben oltre i loro orari di lavoro, rimangono ad accudire i malati. La mano tesa del sacerdote che benedice con lo strazio nel cuore. La mano tesa del volontario che soccorre chi vive per strada e quanti, pur avendo un tetto, non hanno da mangiare. La mano tesa di uomini e donne che lavorano per offrire servizi essenziali e sicurezza. E altre mani tese potremmo ancora descrivere fino a comporre una litania di opere di bene.”
E la nostra mano dov’è? Ben conservata in tasca per stringere quel poco che abbiamo tutto per noi?
Tendi la tua mano al povero. Il povero è Cristo!

(*) direttore “Il Nuovo Torrazzo” (Crema)

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