Scuola cattolica. Cssc: quasi 8mila istituti con 542mila alunni. Strategici il reclutamento e la formazione dei docenti

Oltre 7.800 istituti con un totale di 542mila alunni, tra i quali 8.500 con disabilità e oltre 33mila non italiani. Sono i numeri del XXII Rapporto del Centro studi per la scuola cattolica (Cssc) presentato ieri pomeriggio online e dedicato quest’anno agli insegnanti

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Gli insegnanti di scuola cattolica svolgono il ruolo chiave di mediatori di un particolare progetto educativo all’interno del quale si gioca il tema decisivo del rapporto tra fede e cultura; una fede non disincarnata ma interpellata dalle situazioni concrete e in dialogo con i diversi contesti di vita. E proprio alla figura di questi docenti è dedicato il XXII Rapporto sulla scuola cattolica in Italia, realizzato come ogni anno dal Centro studi per la scuola cattolica (Cssc) della Cei sulla base dell’elaborazione dei dati statistici forniti dal ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca. Mancano quelli di Valle d’Aosta e Province autonome di Trento e di Bolzano perché l’emergenza sanitaria ha inciso anche sulla loro raccolta. Intitolato “Chiamati a insegnare” (ed. Scholé Brescia 2020) e articolato in 284 pagine, il report è stato presentato ieri pomeriggio nel corso di un webinar al quale hanno partecipato mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina-Sezze-Priverno-Terracina e presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università; Giuseppe Savagnone, saggista; Onorato Grassi, ordinario alla Lumsa; Sergio Cicatelli, coordinatore scientifico del Cssc. A moderare l’incontro Ernesto Diaco, direttore dell’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Cei.

Nonostante l’anno scolastico 2019-20 sia stato piuttosto faticoso per le scuole cattoliche paritarie del nostro Paese, il quadro che emerge dal Rapporto è di sostanziale tenuta.

Sono complessivamente 7.812 (-143 rispetto all’anno precedente) gli istituti, per un totale di 542mila alunni.

Di queste scuole, 5.594 sono d’infanzia; 1.060 primarie; 527 secondarie di primo grado; 631 secondarie di secondo grado. Il 57,5% si trova al nord; il 17,2% al centro; il 25,3% al sud e nelle isole.
Tra i 542mila alunni, quelli con disabilità sono 8.495 e quelli con cittadinanza non italiana 33.219, valori per i quali prosegue il trend in crescita degli ultimi anni.

Gli insegnanti in servizio sono 50.613:

oltre 23mila, negli istituti d’infanzia; oltre 12mila nella primaria; oltre 7mila nella secondaria di primo grado e più di 7.500 nella secondaria di secondo grado.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Da una ricerca empirica su un campione di 4.606 insegnanti di scuola cattolica, presentata in una sezione del Rapporto, emerge la consapevolezza di dover essere anzitutto educatori e costituire un esempio per i propri alunni. “L’insegnamento – ha avvertito da parte sua mons. Mariano Crociata – non è un mestiere come un altro. Alla base, come nel caso di tanti altri lavori, deve esserci una profonda motivazione, una vera e propria ‘vocazione’”. Non ha dubbi il presule: “La cura educativa cui ogni insegnante è chiamato – in ogni scuola, ma in modo particolare in una scuola cattolica – dovrebbe far presumere una solida formazione culturale e umana, perché

il fondamento dell’azione educativa è la relazione che si stabilisce tra il maestro e il discepolo,

tra l’insegnante e il suo alunno”. Se questa relazione è efficace, “l’apprendimento ne sarà facilitato e soprattutto sarà agevolata l’educazione complessiva della persona, nel caso della scuola cattolica indirizzata a una coerente sintesi tra fede e cultura”. Questo tipo di scuola, ha chiarito Crociata, “non ha intenti proselitistici o di indottrinamento, ma intende promuovere il bene di ogni persona che le viene affidata, la sua libertà e la sua crescita integrale”. A questo scopo “l’azione di ogni singolo insegnante è assolutamente determinante, perché è attraverso la sua persona e la sua formazione che passa la cultura scolastica e il messaggio cristiano”.

Per Sergio Cicatelli, l’insegnante di scuola cattolica deve essere “anzitutto un buon docente, ma con alcune specificità importanti: deve aderire ai principi fondamentali del progetto educativo dell’istituto in cui insegna, deve promuovere la persona nell’integralità delle sue dimensioni (trascendenza compresa), deve conoscere le verità di fede e i principi della vita cristiana, deve essere appassionato alla crescita dei suoi alunni”. Ai docenti si chiedono insomma caratteristiche personali prima ancora che “tecnicamente professionali”, sicché la loro formazione risulta essere

“una questione cruciale per la qualità della scuola cattolica”.

Secondo Cicatelli, rimane “strategico il reclutamento di un corpo docente qualificato sul piano etico-dottrinale della conoscenza e condivisione del progetto educativo della scuola, non meno che sul piano della competenza tecnico-professionale sui contenuti dell’insegnamento”. Questa, ha concluso, la “sfida aperta”.

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