Gaza: Save the Children, “riconsiderare con urgenza le nuove norme israeliane sulla registrazione delle Ong”

Save the Children chiede al governo di Israele di “riconsiderare con urgenza le nuove norme di registrazione per le organizzazioni non governative internazionali, che rischiano di compromettere gravemente la fornitura di assistenza umanitaria salvavita ai bambini e alle loro famiglie a Gaza”. L’organizzazione è tra quelle a cui le autorità israeliane hanno negato il rinnovo della registrazione per continuare a operare nei Territori palestinesi occupati a partire dal 1° gennaio 2026. Senza registrazione, non sarà consentito l’ingresso di personale tecnico internazionale né di beni essenziali attraverso i confini controllati da Israele verso Gaza e la Cisgiordania, in una fase in cui i bisogni della popolazione sono enormi. Nonostante le restrizioni, Save the Children continuerà a operare grazie ai propri 300 operatori palestinesi e ai partner locali, essendo regolarmente registrata presso l’Autorità Palestinese. Nel 2025 l’organizzazione ha raggiunto 1,9 milioni di persone con programmi multisettoriali sostenuti da agenzie Onu e da quasi 30 donatori. Da oltre due anni, 1,1 milioni di bambini a Gaza vivono una catastrofe umanitaria senza precedenti. I bombardamenti hanno devastato gran parte del territorio, causando lo sfollamento di quasi due milioni di persone. Le condizioni invernali, tra piogge e allagamenti, aggravano ulteriormente la crisi, aumentando il rischio di malattie e di morti evitabili. “Queste nuove norme avranno un impatto grave sull’accesso ai servizi essenziali e metteranno in pericolo tantissime vite, soprattutto in inverno”, ha dichiarato Ahmad Alhendawi, direttore regionale di Save the Children. L’organizzazione ribadisce l’appello a revocare la decisione e a garantire pieno accesso alle Ong internazionali, fondamentali per la risposta umanitaria.

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