Natale 2025: mons. Maniago (Catanzaro), “una luce per tempi bui”

“Un Natale ricco di senso profondo, di luce, che possa aiutarci a vivere questi tempi così bui e tempestosi”. È l’augurio di mons. Claudio Maniago, arcivescovo di Catanzaro-Squillace, che invita a guardare al Natale non come a una parentesi rassicurante, ma come a una luce capace di attraversare le fatiche del presente. Il Natale, ricorda l’arcivescovo, è innanzitutto la memoria viva di un avvenimento che ha segnato per sempre la storia dell’umanità: la nascita di Gesù. Non una semplice festa da celebrare, ma l’irruzione di Dio nella carne dell’uomo, un Dio che sceglie di farsi vicino, aprendo “uno spiraglio di luce sul senso più profondo della nostra esistenza”. Una luce che non resta astratta o distante, ma che è chiamata a entrare nel concreto della vita quotidiana, anche “in quegli angoli che rimangono quasi sempre un pochino più oscuri, un po’ più bui”. Mons. Maniago non nasconde le fragilità che abitano l’esperienza di ciascuno: stanchezze, smarrimenti, momenti di affaticamento che segnano il cammino personale e collettivo. Proprio per questo, il Natale diventa occasione di rinnovamento, capace di restituire respiro, entusiasmo e speranza anche quando il tempo sembra gravato dalla fatica o dalla disperazione. Il messaggio natalizio, però, non si esaurisce nella dimensione individuale. Il “Dio con noi” – sottolinea l’arcivescovo calabrese – “diventa un annuncio per ogni uomo e ogni donna di buona volontà”. Al di là degli aspetti più esteriori delle feste, emerge il cuore del messaggio cristiano: dalla vita di Gesù di Nazareth prende forma la rivelazione delle potenzialità più alte della natura umana, quando sceglie il dono di sé e riconosce nell’amore la legge fondamentale dell’esistenza. Una legge che non resta teorica, ma chiede di incarnarsi nella storia. “Gesti e atteggiamenti – ricorda mons. Maniago – che possono toccare la vita personale, la vita delle nostre famiglie, della nostra società, la vita degli Stati”, chiamati a cercare vie nuove, non segnate dal conflitto, ma orientate alla pace. Il presule invita, quindi, a lasciarsi illuminare dal Natale che significa permettere a quella luce di trasformare il quotidiano, di orientare le scelte, di aprire spiragli di speranza dentro tempi complessi e inquieti.

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