“Su quali basi si sta cercando di costruire la pace in Europa? E in Palestina? Ma anche nei territori lontani da noi, per esempio in Sudan o in Myanmar oppure in Mozambico, o nel centro America e nei diversi luoghi dove le tensioni provocano emigrazioni di massa, povertà e fame, con la persistenza di dittature che violano non solo la libertà religiosa ma tutti i diritti umani fondamentali… su cosa speriamo e cosa stiamo tentando di fare per arrivare alla pace?”. Si apre con questi interrogativi il messaggio dell’arcivescovo di Ravenna-Cervia, mons. Lorenzo Ghizzoni, in occasione delle festività natalizie.
“Possiamo vivere questo Natale (‘di guerra’ per tanti), facendo solo festa e riempendoci di luci e regali, che pure sono utili per reagire almeno esteriormente all’oscurità e all’incertezza dei tempi?”, prosegue il presule: “Oppure possiamo fare festa al Signore che prende la nostra carne mortale, tutta la nostra condizione umana, eccetto il male volontario, ma tenendo gli occhi e il cuore bene aperti al dolore e alla paura di tanti fratelli e sorelle”. “Siamo figli di una storia nella quale i nostri fratelli nei secoli hanno fatto opere grandi di giustizia, di carità, di pacificazione, di promozione umana, di sviluppo della bellezza e delle arti, mossi dalla fede. Nonostante tutto quello che succedeva nei loro tempi, mai tempi facili, mai tempi più buoni dei nostri, diceva sant’Agostino”, ricorda l’arcivescovo. “Cristiani che – rileva – hanno creduto alla parola del Risorto: vi lascio la pace, vi do la mia pace. Con quella pace nel cuore e nella coscienza, hanno camminato fidandosi della beatitudine promessa agli operatori di pace. E sono stati costruttori di unità, di pacificazione, di alleanze, di collaborazioni, anche a livello civile, anche tra le comunità e gli Stati, mettendo in campo organismi (europei o mondiali) che hanno fatto molto per mantenere un volto umano alla nostra terra”. “Con la stessa fiducia sulla parola di Cristo Signore, anche noi cristiani – ammonisce mons. Ghizzoni – siamo chiamati oggi a fermare coloro che vogliono la guerra, che pensano solo all’interesse privato o di gruppo, che sono posseduti dal demone del dominio e del potere, della grandezza e della gloria, e non esitano a sacrificare la vita e il sangue umano di tanti giovani mandati al massacro”. “Dobbiamo fare e sostenere, contro le ideologie guerresche e nazionaliste, tutti i tentativi per spegnere i conflitti e per evitare la morte e la sofferenza dei nostri fratelli, tutti figli dello stesso Dio, tutti della stessa razza umana”, continua il presule: “Poi ci sarà da sostenere l’impegno perché si arrivi ad una pace, la meno ingiusta possibile, perché non ritornino altre guerre”. “Abbiamo la Pace di Cristo da mettere sul tavolo, di fronte ai potenti e ai profittatori, non è una forza da poco: può convertire i cuori e trasformare le situazioni”, la convinzione di mons. Ghizzoni: “Chiediamo il dono dello Spirito per noi e per tutti, perché ci doni coraggio e pazienza, forza e perseveranza a favore della Pace. E sia un Natale di grazia e di salvezza per tutti”.