“È il Natale di Luce che ci convoca tutte, tutti e tutto a sperare: diamo e diamoci luce, tutta quella che scopriamo e intravediamo, che riceviamo e portiamo, che accendiamo e riconosciamo”. Lo ha scritto il vescovo di Belluno-Feltre, mons. Renato Marangoni, nel messaggio alla diocesi per le festività natalizie.
“Qualche sera fa – racconta il presule – rientravo dal Comelico attraversando poi il Cadore. Ero attratto dalle mille piccole luci che splendevano nel buio delle ultime ore di quel giorno. Ammirato di questo paesaggio ormai immerso nella notte ma brulicato di tanti punti luminosi, mi sono detto: sembra tutto un ‘presepio’!”. “Immagino proprio così il Natale, in questo fine d’anno – commenta – che ancora non ci offre la luminosità della pace nel mondo: un brillare di innumerevoli lucignoli sparsi dappertutto. Sembrano prevalere le tenebre che producono la notte, ma in seno ad esse sono accese già un’infinità di fiammelle”. “Possiamo raccontare che il Natale del Signore ha acceso dappertutto scintille di luce”, prosegue il vescovo: “Ci siamo anche tutti noi, umanità brancolante nell’oscurità, ma già raggiunta da piccole e umili luminosità, che veicolano una promessa di luce infinita: ‘Veniva nel mondo la luce vera quella che illumina ogni uomo’ (Gv 1,9). E con tutto questo ‘ha dato potere di diventare figli di Dio’ (Gv 1,12)”. Nell’Anno giubilare che in queste ricorrenze natalizie si compie, ci siamo allenati come ‘pellegrini di speranza’. Non siamo giunti alla meta, ma siamo addestrati a sperare ‘di luce’ e ‘nella luce’”, continua mons. Marangoni, ammonendo: “Certamente per noi cristiani questa luce ha un nome: Gesù, ‘egli infatti salverà il suo popolo’ (Mt 1,21). Nella preghiera liturgica, in questi giorni di Avvento, egli è stato chiamato ‘primogenito di una moltitudine di fratelli e sorelle’. Ma come la luce che, accesa e splendente, non si fa esclusiva e non si contorce in se stessa, il suo illuminare si sparge ovunque e raccoglie raggi di luce ovunque possano insorgere e irradiarsi”.