È un invito a rinascere come “figli di Dio” accogliendo “la luce di Cristo” il messaggio di Natale del card. Louis Raphael Sako, patriarca caldeo di Baghdad, diffuso attraverso il patriarcato nell’imminenza della solennità. “In mezzo a una preoccupante situazione di violenza e conflitti che portano morte e distruzione, al punto che alcuni Paesi hanno iniziato a dichiarare apertamente i preparativi per la guerra – scrive il patriarca – solo la fede in Dio alimenta la nostra speranza e garantisce che pace, sicurezza e stabilità siano una realtà concreta”. L’augurio natalizio del patriarca si estende all’Iraq, “il Nuovo Anno porti un nuovo governo che assicuri la rinascita del Paese, al servizio dei suoi cittadini”, e alla Chiesa caldea, “profondamente radicata nella terra irachena” impegnata a “svolgere il suo ruolo nella diffusione della pace, dei valori umani e spirituali e nel promuovere la convivenza”. “Il Natale non è solo un evento storico, ma un invito a nascere come figli e figlie di Dio in Gesù Cristo – ribadisce Mar Sako -. Questa nascita è un cammino di fede e spiritualità, un percorso creativo in cui prepariamo i nostri cuori ad accogliere la luce di Cristo. Rivolgiamo lo sguardo al mistero di Cristo per mettere in pratica il suo insegnamento nelle nostre vite, e fare di ogni nostro giorno una nascita di bene, pace, amore, speranza e gioia. È con questi sentimenti che si muovono gli operatori di pace”. La pace, per il cardinale, è “il messaggio del Natale rivolto a tutti: la pace è il progetto di Dio per tutte le persone che Egli ama e desidera che vivano in sicurezza. La pace è una scelta, una cultura e un impegno. Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere nel contrastare le azioni distruttive del nostro mondo, come la violenza, la discriminazione e le guerre devastanti”. Il Natale, sottolinea Mar Sako, è anche un messaggio di speranza: “la speranza è la promessa di Dio di essere con noi, quindi non dobbiamo arrenderci alla disperazione, alla paura o all’ansia. La speranza ci aiuta ad accogliere ciò che è nuovo e sostiene la nostra presenza e la nostra solidarietà. Dobbiamo credere che il futuro è nelle nostre mani”. Da qui l’appello affinché il Natale sia per cristiani, musulmani, ebrei e tutti gli altri un tempo per “sradicare le cause dei conflitti distruttivi e le tragedie dell’ingiustizia, affinché possiamo vivere insieme in sicurezza, in pace e armonia. Che i nostri cuori trabocchino di speranza, di pace, amore così da poter vivere in un mondo rinnovato e stabile”.