Sgomberi a Milano: Caritas Ambrosiana, “legalità necessaria, ma senza il lavoro sociale i blitz non costruiscono sicurezza”

“Affermare la legalità è necessario, soprattutto nei contesti più difficili della città. Ma le modalità con cui negli ultimi mesi sono stati effettuati blitz e sgomberi in diverse periferie di Milano destano seria preoccupazione”. A dirlo è don Paolo Selmi, direttore di Caritas Ambrosiana e presidente della Fondazione Angelo Abriani – Casa della Carità, commentando gli interventi di polizia che hanno interessato via Quarti, nel quartiere di Baggio, e in precedenza Giambellino-Lorenteggio, San Siro e l’area della stazione Tibaldi.
Secondo don Selmi, gli sgomberi e le operazioni di forza “non sono in discussione nel merito”, ma nel metodo: azioni che, se non intrecciate con interventi sociali, educativi e di prevenzione, “non hanno efficacia nel medio-lungo periodo e rischiano di non rispettare la dignità delle persone più fragili”. A pagare il prezzo più alto, sottolinea, sono spesso famiglie oneste, anziani e minori che vivono in contesti segnati da disagio sociale e che subiscono disagi gravi, come l’interruzione di luce e gas.
Particolare preoccupazione suscita l’assenza di un coordinamento con i servizi territoriali e il terzo settore. “Scuole, parrocchie, cooperative e associazioni lavorano ogni giorno nei quartieri difficili per costruire legalità in chiave educativa e preventiva – osserva –. Come si può affermarla davvero senza ascoltare e coinvolgere chi la costruisce pazientemente sul campo?”. Nel caso di via Quarti, Caritas Ambrosiana opera da tempo attraverso la cooperativa Farsi Prossimo e il Centro di prossimità “Lo Stanzino”, a sostegno di minori, famiglie e anziani. Dopo i blitz, riferiscono gli operatori, il clima nel quartiere non si è rasserenato. “Il rischio – conclude don Selmi – è che chi già vive la negazione di diritti fondamentali percepisca uno Stato presente solo con la forza”. Da qui l’appello a un confronto urgente con il Prefetto e le istituzioni: “Il bene comune si costruisce insieme, con legalità, ma anche con ascolto, diritti e responsabilità condivisa”.

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