“Nasce piccolo bimbo a Betlemme dalla Vergine, il Dio che è prima dei secoli”. Inizia con queste parole il messaggio natalizio dell’Eparca di Lungro degli italo albanesi dell’Italia Continentale, mons. Donato Oliverio, citando il Mattutino della Vigilia ed esortando a mantenere viva la “fiamma della meraviglia e dello stupore”. Mons. Oliverio ricorda un messaggio di Natale del 2020 del patriarca ecumenico Bartolomeo che metteva in guardia dalla “secolarizzazione”, ossia “il tempo che viviamo e ci circonda, che rende il Natale non più la memoria della nascita del Salvatore, ma la festa del consumo ostentato, una sorta di ricorrenza senza colore e senza calore. A tutto questo noi cristiani siamo chiamati a resistere con forza e coraggio!” sottolinea l’eparca. Il Giubileo del 2025 – scrive mons. Oliverio – era stato indetto con l’auspicio che ciascuno di noi potesse avere “un momento di incontro vivo e personale con il Signore Gesù, ‘porta’ di salvezza”. Possa la grotta di Betlemme delle nostre case essere “un luogo di incontro vivo e personale con il Signore Gesù”. Papa Leone XIV – sottolinea ancora l’eparca – ha chiesto “a noi vescovi italiani che di fronte alle sfide del nostro tempo, Cristo sia al centro della nostra esistenza. L’intero anno giubilare, che ormai giunge a termine, così come la commemorazione del 1700º anniversario del Concilio di Nicea, sono state occasioni propizie per ricordarci sempre più che Gesù Cristo deve essere al centro di ogni nostra azione, intenzione e pensiero”. Mons. Oliverio invita a rispondere “alla lode degli Angeli nella notte di Natale facendoci noi uomini e donne di pace. E non c’è pace attorno a me, se non vivo la pace dentro il mio cuore; questa pace è frutto del ‘Cristo vivente nei nostri cuori’”. Da qui l’augurio che “il nostro Signore e Salvatore, incarnato e disceso tra la stirpe degli uomini, doni a tutti salute fisica e spirituale, pace e amore vicendevole, custodisca la Sua Santa Chiesa e benedica le opere di noi suoi servi inutili, perché sia glorificato il santissimo e onorabilissimo Suo nome”.