Lotta all’usura: Consulta nazionale in udienza da Leone XIV. Mons. Satriano, “non smettere di ‘vedere’ le vite che il male ha cercato di sotterrare e che la misericordia ha risollevato”

(Foto Consulta nazionale antiusura “San Giovanni Paolo II”)

Dopo l’udienza privata con Papa Leone XIV, che sabato ha accolto i rappresentanti delle 35 Fondazioni aderenti alla Consulta nazionale antiusura “San Giovanni Paolo II”, i volontari si sono riuniti in San Pietro per la celebrazione della messa presieduta da mons. Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto. La liturgia, vissuta nel cuore della cristianità, ha segnato un momento alto del trentennale della Consulta, nata nel 1995 per contrastare l’usura e le nuove forme di schiavitù economica che affliggono famiglie, giovani e anziani in tutta Italia.
L’omelia di mons. Satriano ha offerto una lettura spirituale e civile del cammino compiuto, intrecciando la Parola di Dio con la testimonianza concreta di chi, ogni giorno, sceglie di stare accanto agli ultimi. Al centro della riflessione, il versetto di San Paolo: “Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza” (2Tm 4,17). Quel “però” — ha spiegato l’arcivescovo — è la chiave della fede, la piega interiore dove la grazia prende corpo e trasforma la sconfitta in fecondità. È il “però” che ha animato la Consulta fin dalle origini, quando uomini e donne di Chiesa hanno scelto di non restare spettatori davanti al dramma dell’usura, ma di rispondere con la creatività della carità.
Mons. Satriano ha ricordato con commozione le figure fondatrici — padre Massimo Rastrelli, mons. Alberto D’Urso e tanti altri — veri “operai del Vangelo” che hanno saputo trasformare la compassione in struttura, la denuncia in progetto, la prossimità in rete viva. “La differenza cristiana non è una bandiera da sventolare, ma una vita da incarnare”, ha detto, invitando la Consulta a continuare a essere presenza disarmata e operosa, capace di generare futuro. Come i settantadue discepoli inviati da Gesù nel Vangelo del giorno, anche i volontari sono stati mandati “a due a due”, non con la forza dei mezzi ma con la potenza del Vangelo, per portare pace, guarire ferite, restituire dignità. Nell’omelia l’arcivescovo ha valorizzato le azioni quotidiane delle Fondazioni: l’ascolto discreto e competente, l’accompagnamento legale ed economico, la promozione di una cultura antidebito, la lotta contro il gioco d’azzardo — “l’altra faccia della stessa medaglia”.
Nel giorno dedicato a San Luca, medico e cantore della misericordia, la celebrazione si è fatta anche invocazione: che la tenerezza evangelica continui a ispirare il cammino, che nuove energie raccolgano il testimone, che le comunità cristiane si lascino inquietare dai poveri e dalle nuove forme di sfruttamento. “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai” (Lc 10,2): con queste parole, Mons. Satriano ha concluso l’omelia, rilanciando il mandato ecclesiale della Consulta. Un invito a non accontentarsi, a non smettere di “vedere” — come diceva Matisse — le vite che il male ha cercato di sotterrare, e che la misericordia ha risollevato.

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