“Siamo davanti a un’emergenza umanitaria che non può più essere ignorata. Le immagini e i numeri di oggi sono un pugno allo stomaco e ci ricordano che il Mediterraneo è diventato un cimitero a cielo aperto”. Lo dice Agostino Sella di Don Bosco 2000 in merito all’ennesima tragedia nel Mar Mediterraneo: un’imbarcazione con oltre 100 persone a bordo si è ribaltata a circa 20 chilometri a sud-ovest di Lampedusa. Il bilancio provvisorio è drammatico: almeno 27 morti, tra cui tre adolescenti, e una decina di dispersi. Solo 60 persone sono state tratte in salvo e trasferite all’hotspot dell’isola. “I nostri politici non vogliono ascoltare il grido di chi fugge da guerre, persecuzioni e povertà estrema, alla ricerca di un futuro migliore. Non basta piangere i morti, serve un impegno concreto per cambiare rotta: corridoi umanitari, canali di ingresso sicuri, cooperazione internazionale e politiche di accoglienza degne di una società civile. La migrazione non deve essere un fenomeno di morte: occorre il coraggio politico di fermare questa strage silenziosa”.